Infortuni sul Lavoro e Dissonanza Cognitiva
“Sì lo so la sicurezza è importante, ma qui in azienda non si è mai verificato un singolo incidente…”
Questa che hai appena letto, è una delle “perle di saggezza” che sicuramente avrai già sentito da qualche lavoratore, più e più volte.
Se sei un consulente o un professionista della sicurezza infatti, ti sarà sicuramente capitato di scontrarti con false credenze o convinzioni errate simili a questa.
Magari molte volte il lavoratore è pure consapevole dei rischi e dei pericoli in azienda, ma continua imperterrito a mantenere le sue convinzioni adottando comportamenti sbagliati e rischiosi.
Ecco perché oggi voglio parlarti di un processo mentale, elaborato negli anni ‘50 dallo psicologo statunitense Leon Festinger, chiamato dissonanza cognitiva.
La dissonanza cognitiva non è altro che una sorta di disagio, un conflitto interno che proviamo quando le nostre credenze vanno in contrasto con le nostre azioni.
Quando si crea questa incoerenza mentale di solito abbiamo 2 possibilità:
- Tentare di ridurre l’incoerenza, cambiando il comportamento;
- Mentire a noi stessi cercando di raggiungere una sorta di armonia interiore.
Ti faccio un esempio.
Chi fuma sa che le sostanze contenute all’interno della sigaretta sono dannose, esaltate tra l’altro dalle immagini sui pacchetti.
Il fumatore può scegliere di:
- ridurre la dissonanza cambiando il comportamento e smettendo di fumare;
- oppure continuare a fumare, mentendo a sé stesso, raccontandosi ad esempio che: “fumare previene l’aumento del peso.”
Si tratta di un processo mentale raccontato già 2000 anni fa, nella favola “La volpe e l’uva”.
Nel racconto, la volpe prova a raggiungere l’uva ma quando si accorge di non essere in grado, se ne va esclamando “beh, i grappoli non sono ancora maturi, non mi va di prenderli acerbi”.
La dissonanza cognitiva ci dice che le persone devono per forza di cose mantenere un equilibrio tra le proprie credenze e i comportamenti.
È possibile contrastare quest’effetto nel Safety?
Anzitutto, ricordati una cosa molto importante:
Non devi mai contrastare con forza le convinzioni degli altri, poiché a nessuno fa piacere veder sminuite le proprie idee, anzi…
Le persone, pur di difendere le proprie credenze, le rinforzano creando nuove dissonanza cognitive, in un pericoloso vortice a Matrioska.
Ecco allora le 3 aree di attenzione (che fanno part del nostro Framework del Safety Coaching) che voglio sottoporti oggi:
- Creare relazioni forti
Questo fattore apparentemente semplice da capire viene dato troppo per scontato. Ci lasciamo travolgere dalla fretta, dal dinamismo, dalle mille cose da fare, ma quanto tempo dedichiamo davvero alla manutenzione delle relazioni?
Prenditi del tempo per ascoltare gli altri, per ispirarli e perché no, anche per un buon caffè insieme.
Ricorda: Non può esister motivazione senza relazione.
- Costruire comportamenti sicuri
Anche quando apparentemente una persona non ci sta dando i risultati desiderati, possiamo sempre intervenire per piccole approssimazioni, riconoscendo e rinforzando i progressi maturati.
- Usare le domande potenti
La domanda giusta, alla persona giusta, può essere determinante per il successo finale.
Le domande hanno il potere di aprire nuove prospettive, di mettere in discussione false credenze da parte dei lavoratori e di orientare il cervello umano verso nuove strade mai percorse.
Ricorda: la qualità dei nostri pensieri è direttamente collegata alla qualità delle domande che ci facciamo.
“Non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire” si dice, e purtroppo è vero.
La strada per smantellare le pericolose Dissonanze Cognitive della Sicurezza è tutt’altro che facile, ma noi sappiamo che con pazienza e perseveranza ogni sfida diventa più semplice.
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