Meglio essere Utili che Simpatici

A me di stare simpatico non me ne frega niente.

Ma davvero niente.

Certo voglio essere educato, professionale e ispirare passione in tutti quelli che interagiscono con me.. Ma sinceramente di stare simpatico non me ne frega niente.

Nelle aziende in cui ho ruoli di responsabilità, in quelle in cui faccio formazione o nelle aule in cui ho la fortuna di incontrare centinaia di professionisti ambiziosi, io non voglio stare simpatico.

Io voglio essere utile.

Essere utili è molto più difficile che essere simpatici. A essere compassionevoli, ad accogliere le lagne e a chiudere un occhio non ci vuole nessun tipo di fatica.

Fare gli amiconi e accogliere i problemi di chi si lamenta è un gioco da ragazzi.

“È vero il mondo è brutto e cattivo e nessuno ti capisce..”

“È proprio vero sei vittima di quest’azienda che schiaccia la libertà..”

“Eh già ce l’hanno tutti con te che sei tanto bravo e incompreso…”

Tutte le volte che un manager, un formatore o un Leader in generale utilizza questo approccio e quest’attitudine nel mandare avanti un team, io ho tanta paura.

Non bisogna confondere l’educazione, l’empatia e la gentilezza con la cedevolezza.

Un Leader dovrebbe tenere il timone ben saldo verso gli obiettivi e portare la barca in sicurezza, a costo di perdere qualche marinaio nel percorso.

Cos’è più utile per la solidità di un’azienda, lavorare sodo e impegnarsi o lagnarsi e andarsene tutti al mare perché il CEO è troppo cattivo?

Cos’è più utile per la crescita di un atleta, allenamento e disciplina o fancazzismo e volemose bene?

Cos’è più utile per lo sviluppo delle skills di un professionista, empatizzare con le lagne o far capire che ognuno di noi deve assumersi la responsabilità dei risultati che ottiene?

Se mi chiedessero di scegliere tra:

  • Essere amato e benvoluto ma mandare tutti a zampe all’aria e non permettere a nessuno di crescere e migliorarsi oppure..
  • Essere odiato e insultato ma garantire a tutti solidità, successo individuale e crescita personale 

Non ho alcun dubbio. Io voglio essere un Leader che porta risultati, che aiuta le persone a diventare eccellenti e a migliorarsi in tutti i modi possibili.

Io sono quel medico che senza pietà ti fa soffrire per salvarti la vita. Io sono quel personal trainer che ti incita a fare un’altra flessione ancora per essere più resistente. Io sono quella mamma che ti mette in punizione per farti prendere bei voti.

“No pissing no moaning” diceva Charles Poliquin, il famoso Strength Sensei.

Io voglio esserti utile. A costo di essere odiato.

E ora via, a farsi il mazzo.

Sicurezza sul Lavoro: il mestiere più difficile del mondo?

Quest’oggi mi lancerò in una riflessione che avevo messo lì tra i miei appunti da diversi mesi e, complice qualche fetta di casatiello di troppo, ho pensato di trattare solo in questo momento.

Parto con una domanda a bruciapelo..

Qual è il mestiere più difficile del mondo?

Qualcuno potrebbe protendere verso i classici Neurochirurgo, Vigile del Fuoco, Operatore di Pronto Soccorso o similari..

Altri andrebbero sui più fantasiosi “Fare il genitore” o “Vendere corsi online su come fare i soldi a Dubai”..

Gli appassionati di Safety non avrebbero invece dubbi: fare Sicurezza sul Lavoro è una roba faticosissima, specie in Italia.

Io non ho una risposta univoca a questa domanda. Credo che in fin dei conti ognuno di noi dovrebbe cercare di fare

1. Ciò che gli piace davvero
2. Ciò che gli riesce bene
3. Ciò per cui viene pagato abbondantemente

Eppure scavando a fondo nelle difficoltà di chi fa Sicurezza credo che, in fin dei conti, ci siano delle caratteristiche comuni che rendono il lavoro complicato.

Tra queste caratteristiche quella principale immancabile e fonte di ogni frustrazione, è la difficoltà che si incontra nel..

Far fare agli altri ciò che desideriamo.

In definitiva tantissimi mestieri richiedono, a un certo punto del processo, che le persone con cui si interagisce mettano in atto dei comportamenti specifici.

Non importa che tu sia un venditore di servizi, un personal trainer o un professionista della Sicurezza…

Tutti i mestieri richiedono, chi più chi meno, che altre persone ti seguano, si affidino a te, si lascino guidare e nel momento opportuno, facciano ciò che gli chiedi di fare.

Portando la prospettiva in questa nuova posizione ecco che allora potremmo aggiungere alcuni tratti anche nel mondo della Sicurezza sul Lavoro..

Fare Sicurezza in un certo senso è l’arte di far fare agli altri ciò che è giusto.

Ogni difficoltà, ogni ostacolo, ogni resistenza al cambiamento, spostata sotto questo cluster del “far fare agli altri ciò che desideriamo” ci apre ad alcune accortezze su cui vorrei farti riflettere.

In particolare ecco 5 domande per allineare il tuo lavoro.

1) Ti stai veramente focalizzando sugli altri?
La Sicurezza non è fatta di normative, pezzi di carta o certificati da mettere in bella vista.
Tutto, alla fine della fiera, ruota attorno ad altri esseri umani che devono tornare a casa senza essersi fatti male.
Le persone vanno sempre messe al centro del nostro lavoro di cambiamento quotidiano.

2) Quali tue capacità devi sviluppare per “far fare agli altri ciò che desideri”?
Se potessi mettere a fuoco qualche abilità che ancora non hai sviluppato a pieno, da dove partiresti? C’è qualcosa del tuo approccio che meriterebbe un’evoluzione?

3) Chi potrebbe aiutarti a orientare positivamente i comportamenti?
Visto che stiamo parlando di persone e comportamenti, chi potresti coinvolgere per semplificarti la vita? Chi potrebbe farsi carico di parte delle tue battaglie e aiutarti a vincere la guerra del cambiamento?

4) Cosa ti ha permesso in passato di orientare i comportamenti degli altri?
Quando in passato hai avuto successo, anche in piccole cose, e sei riuscito a ottenere i comportamenti desiderati dagli altri, cosa ha funzionato? Che strategie hai messo in atto? Cosa ha fatto davvero la differenza?

5) Quali approcci creativi potresti utilizzare per generare i comportamenti desiderati?
Volendo stretchare un po’ il pensiero, c’è qualcosa di fantasioso o creativo che potresti mettere in campo per far fare agli altri ciò che desideri? Hai qualche iniziativa nel cassetto che va sprigionata?

Focalizzarsi sul “far fare agli altri ciò che desideriamo” ci aiuta a investire ogni nostra risorsa sulla pianificazione di strategie orientate al risultato.

Sintetizzare il nostro compito come l’arte di orientare i comportamenti ci fa osservare il mestiere di responsabile del safety con altri occhi, forse togliendo un pelino di poesia, ma aggiungendo allo stesso tempo una buona dose di pragmatismo al tutto.

Ricorda: il mestiere più difficile del mondo è far fare agli altri ciò che desideriamo.

Bene, anche per oggi è tutto! Spero che questi punti di attenzione ti attivino per generare nuove idee e pianificare azioni differenti.

ChatGPT per fare Sicurezza sul Lavoro?

Ormai ne stanno parlando davvero tutti..

Da qualche settimana il nerdy-trend del momento è senza dubbio lui, il divino, profetico, incredibile, ChatGPT, il nuovo modello di intelligenza artificiale basato sul machine learning non supervisionato. […]

Libri da Leggere nel 2023: il mio best of

Come da tradizione mi piace iniziare il nuovo anno raccontando, a tutti i nostri studenti e amici, la mia best of dei libri letti nell’anno precedente.
Anche nell’anno appena trascorso, infatti, ho avuto la fortuna di mettere le mani su alcuni libri davvero interessanti.
Prima di addentrarci ecco l’articolo dello scorso anno con il best of 2021![…]

Coinvolgere alla Sicurezza: Talento o Disciplina?

Una delle frasi che sento ripetere più spesso, nei nostri incontri e nelle nostre aule, è il leitmotiv della frustrazione di ogni Formatore alla Sicurezza:

Non gliene frega niente e non mi stanno a sentire
Con varie sfumature personali, ognuno di noi durante le ore come Formatore, ha vissuto quelle aule difficili, piene di discenti svogliati, disattenti o addirittura in conflitto.

Una delle possibili riflessioni gira quindi intorno alla comprensione del fenomeno.
Perché certe aule sembrano così complicate? Perché le persone non prestano attenzione a quello che potrebbe salvargli la vita?

Questi interrogativi hanno sì un loro scopo, ma vorrei spostare il piano della nostra analisi sotto un altro aspetto: quello individuale.

Mi spiego meglio..

Quando davanti a me ho persone poco coinvolte, cerco sempre di riportare il Locus of Control nella mia sfera.

Detto in soldoni mi domando:

Cosa sto facendo per rendere interessante il mio intervento?
Cosa posso fare per attirare l’attenzione dei menefreghisti?
Come posso coinvolgere tutti a partecipare?

Eppure questo talvolta non basta..

Di sicuro riportare la responsabilità sotto di noi ci aiuta a trovare nuove vie. Nuove strade per rendere interessante il confronto.

Ma quello che sento spesso ripetere è “Formatori si nasce, non si diventa“..

Siamo sicuri che sia davvero così?

Qualche fan sfegatato del duro lavoro e della disciplina potrebbe opporre al puro talento un allenamento continuo e costante, andando a migliorare la propria capacità di gestione dell’aula.

Cosa conta di più nella formazione? Il talento o la costanza nel migliorarsi?


Beh oggi voglio dirti come stanno le cose: questa domanda non ha alcun senso!

Non perché l’eterno dilemma talento/disciplina sia da scartare. Altroché..

Il punto è che, in moltissime aree del miglioramento personale, si continua a dar per scontato che una ferrea disciplina possa colmare le mancanze di talento o che senza talento non si possa arrivare a nulla…

La verità è che l’unica cosa importante è…

Allenare costantemente il talento.

Lo ripeto affinché resti bene a mente: devi allenare costantemente il tuo talento.

Non è un gioco di parole, è una precisa indicazione su DOVE lavorare piuttosto che COME.

Incaponirsi a fare 10000 ore di formazione, ripetendo sempre le stesse cose non è disciplina.

Credersi dei fenomeni del Public Speaking e buttarsi a capofitto in sermoni prolissi, non ti renderà una persona di talento.

Il Formatore di Successo è colui che, giorno dopo giorno, apprende e allena quegli elementi fondamentali 
che fanno la differenza nel coinvolgimento dell’aula.
Il tutto partendo dalla propria individualità e dalle caratteristiche personali.

La formazione fotocopia, le ricette pronte, le slide confezionate o peggio ancora i giochi d’aula presi e ripetuti a pappagallo “perché mi hanno detto che funzionaaahhh!!!!!!” è quanto di più inutile si possa fare.

Per rendere la Formazione alla Sicurezza davvero coinvolgente servono alcuni accorgimenti precisi, alcune regole d’oro e tanto duro lavoro sul proprio talento.

STOP. FINE.

Non la facciamo più complicata.

Se prendiamo altri mondi, come quelli dello sport, parlare di Talento e Disciplina ha ancora meno senso.

Certo esistono le categorie nel professionismo, ma allenarsi duramente senza le giuste indicazioni non serve a nulla.
Ripetere gli stessi esercizi (sbagliati) fino a vomitare non ti renderà un atleta migliore.

Proprio come fare ore e ore di aula cercando di accozzare qualche best practice trovata online non farà di te un Formatore Eccellente..

Questa settimana dedica del tempo a queste riflessioni:
– Stai allenando la tua unicità e la tua capacità di comunicare in Aula?
– Hai davvero le giuste indicazioni per coinvolgere alla Sicurezza tutte le persone?
– Riesci a ricevere un feedback di qualità da un mentore/collega che possa supportarti?
– Hai una lista di best practice davvero efficace per i tuoi corsi?

Prenditi del tempo per lavorare in questa direzione..

Ricorda: la disciplina e il duro lavoro vanno messi al servizio del Talento.

Ti auguro una splendida giornata!👋

Lezioni di Sicurezza da Marcell Jacobs

Il RE è tornato! Con uno sprint straordinario e una forza muscolare impressionante il nostro Marcell Jacobs si è andato a prendere l’oro dei 100mt negli Europei di Monaco.

Dopo uno degli eventi sportivi più importanti della nostra storia, l’oro Olimpico nei 100mt, è infatti accaduto qualcosa che mi ha davvero sconvolto..

In giro per la rete più di qualche chiacchierone da bar, abilissimo nella disciplina del Divano Olimpico, ha passato gli ultimi mesi a criticare Jacobs (!!!)

Tra le follie più diffuse sui social ho ascoltato:

Ha avuto solo fortuna
Vedi si è montato la testa
Ormai è solo un patinato che pensa agli sponsor
Una vittoria non vuol dire nulla, vedremo adesso se si confermerà


Una folla di pazzi si è lanciata in osservazioni del genere, prive di alcun fondamento e, soprattutto, prive del rispetto che meriterebbe un atleta che si fa il mazzo per tutta la vita.

Vabbè Matteo ok, ma io faccio Sicurezza sul Lavoro, perché dovrebbe interessarmi la vicenda di Jacobs?

Ok ok, 
tu non andrai certo a correre per le olimpiadi, ma la vittoria di ieri sera mi ha ispirato alcuni insegnamenti che spero tu voglia custodire per il tuo percorso come professionista del Safety.

1- Non importa se vinci la medaglia d’oro


Motivare alla Sicurezza è una delle attività più difficili in assoluto per chiunque.
Lascia allora che ti dica una cosa: non importa quali risultati raggiungerai nella tua professione.

So che più volte ti ho ricordato l’importanza di celebrare i propri successi, ma oggi voglio sottolineare che ogni traguardo, per quanto ambizioso e complesso, è in realtà effimero.

Non è tanto importante il risultato che raggiungi. Conta molto di più chi sarai diventato nell’ottenere quel risultato.

Le medaglie, i nastrini, le celebrazioni in sala mensa lasciamole per le foto ricordo.
Quello che davvero dovrebbe guidarti è il progresso personale, l’ascesa verso un mindset migliore e sempre più allineato a chi vuoi essere.

Ricorda: i risultati ottenuti valgono per come ti trasformano profondamente.


2- Devi continuare ad allenarti come un matto


Pensi di aver raggiunto l’olimpo della Sicurezza sul Lavoro? Sei già un Super Esperto mega qualificato? Hai già un gruppo di persone che ti segue e rispetta le tue indicazioni?

Beh allora NON PUOI MOLLARE.

Ho seguito gli allenamenti di Jacobs dopo la celebre vittoria olimpica.. Sono stato male per lui.

Ogni giorno ripetute, pesi, sessioni massacranti di stacchi, spinte, sprint e perfino stretching estremo.

Un atleta non corre i 100mt sotto i 10 secondi senza farsi il mazzo.

E allora come possiamo noi smettere di dare il 100% in quello che vogliamo ottenere?

Diffondere la Sicurezza in Azienda richiede uno sforzo continuo, uno studio costante e tanta ardente passione.

Ricorda: mantenere degli standard elevati richiede una dedizione totale alla propria causa.


3- Usa le critiche per caricarti


Cosa fare con chi ci critica, chi ci mette i bastoni tra le ruote e chi non riconosce il valore del nostro impegno?

Beh semplice: FUTTITINNE.

Pensi davvero che Re Marcell si sia fatto intimidire dai suoi detrattori? Pensi davvero che abbia sprecato un solo minuto del suo tempo a farsi buttare giù da critiche senza fondamento?

No, neanche per sogno.

Un combattente usa le critiche e le energie negative per caricarsi e motivarsi a fare ancora meglio, per zittire tutti con lavoro, serietà e risultati.

So che a volte è difficile non scoraggiarsi, ma guarda avanti verso i tuoi obiettivi e pensa solo a dare il massimo senza lasciarti intaccare.

Ricorda: la più grande soddisfazione è concentrarsi sul proprio lavoro e portarne a casa i frutti.

Bene, in questa settimana di Ferragosto ti lascio un compito semplice che puoi fare anche per prepararti nella nuova stagione di Sicurezza sul Lavoro che ti aspetta!

Ecco per te alcune domande di riflessione:

– Ti stai focalizzando esclusivamente sul tuo progresso interiore?
– Stai combattendo giorno dopo giorno per essere un professionista migliore?
– Stai orientando il tuo focus verso il lavoro e i traguardi da raggiungere?

Avanti a testa alta, sempre. Perché la vittoria avrà un sapore ancora più dolce.

Ti auguro una splendida giornata!👋

Le stelle Michelin nella Sicurezza sul Lavoro

Oggi vorrei condividere con te una riflessione che mi è venuta in mente l’altro giorno, mentre cercavo online qualche nuovo ristorante da testare.

Spinto dalla voglia di mangiare bene e godermi finalmente una bella giornata di sole all’aperto, mi sono imbattuto in un articolo di blog con ristoranti e chef stellati d’Italia.

Conoscerai sicuramente le Stelle Michelin. Ma sai davvero cosa si nasconde dietro il loro significato? 

Quella della Michelin è una storia comune dal finale straordinario. Un’impresa di pneumatici che, con una strategica operazione di marketing, è diventata anche il simbolo della cucina più raffinata del mondo.

In origine, e parlo dei primi anni del ‘900, le Guide Michelin erano semplici guide di viaggio per automobilisti con mappe, itinerari e consigli su dove fermarsi a dormire e mangiare. Lo scopo, ovviamente, era stimolare le persone a fare lunghi viaggi in auto e, quindi, a vendere più pneumatici.

Poi ci fu una rivoluzione.. 

Le guide rosse cambiarono aspetto e le recensioni dei ristoranti ne divennero il fulcro. Fu allora che si iniziò a parlare di stelle e di quella classifica che ancora oggi è il grande terrore e la grande ambizione di ogni chef.

Perché le stelle Michelin hanno il potere di decretare la fortuna di un ristorante o, al contrario, di stroncare la reputazione definitivamente. Prima ancora che Masterchef sdoganasse il cibo gourmet in tv, la Michelin aveva decretato l’alta cucina un’esperienza che valeva un lungo viaggio.

Quello che non tutti conoscono è la differenza che c’è tra le 3 stelle. Si può pensare che sia un premio in base al piatto, ma non è soltanto questo:

  • 1 stella corrisponde a “un’ottima cucina nella categoria di riferimento”, valevole di una sosta;
  • 2 stelle sono il simbolo di un ristorante eccellente e “meritevole di una deviazione” dal proprio itinerario iniziale;
  • 3 stelle indicano quel ristorante come il top di categoria e una meta che “vale un viaggio speciale”.

Per diventare un ristorante tristellato non serve soltanto una buona cucina. Dietro questo riconoscimento c’è l’esperienza, l’arte del servizio, la professionalità di staff e sommelier, la creatività, la ricerca delle materie prime e tanto altro ancora.

Pensa che nella nostra capitale, Roma, c’è soltanto un ristorante 3 stelle. Questo per farti capire quanto sia elevato lo standard Michelin e quanto sia difficile raggiungerlo.

Matteo, ma cosa c’entrano i ristoranti stellati con la Sicurezza nei luoghi di lavoro? 

Le stelle Michelin sono soltanto una metafora. Ti sto parlando di un riconoscimento che è la massima ambizione di qualsiasi chef e ristoratore. Un premio che indica anche a quale livello di standard operativo un professionista sia arrivato.

Arrivare all’eccellenza e ri-confermarla ogni anno richiede impegno, costanza e continuo miglioramento.

La domanda che oggi rivolgo a te è: Tu a che livello vuoi essere?”

Nel tuo lavoro quotidiano di esperto della Sicurezza che standard ti sei dato?”

Sì perché la nostra vita, professionale e non, è sempre una questione di Standard.

Come professionista del Safety puoi scegliere di essere l’osteria sfigata e trasandata, con cibo scadente e servizio pessimo, o magari il ristorante di fiducia, quello dove ci torni spesso per il clima familiare e il buon rapporto qualità-prezzo.

Oppure potresti ambire all’esperienza stellata dove si paga un pò di più ma c’è controllo sulle materia prima di qualità.. 

Potresti scegliere di alzare il tiro con l’obiettivo della doppia stella. Qui dal punto di vista professionale l’attenzione e la cura di cibo ed esperienza è davvero al top.

Poi ci sono quei pochi, rari, esperti di Sicurezza che puntano al non plus ultra: essere un tristellato.. Ci guida la voglia di eccellere e innovare e nulla, neppure il più piccolo dettaglio, è lasciato al caso.

Questa classifica può essere la stessa anche per chi si occupa di Sicurezza sul Lavoro. 

Ma tu hai già deciso il tuo standard?

Ti accontenti di essere un burocrate che si occupa solo delle scartoffie e dei pezzi di carta tanto per farlo? 

O magari vuoi essere il discreto professionista che fa quello che può e si accontenta? 

Oppure hai deciso di essere uno stellato che si dedica al proprio lavoro, mettendoci cuore, passione e impegno smisurato?

O chissà… Magari invece per la tua ambizione personale hai puntato all’esperienza 3 stelle della Sicurezza.. 

L’eccellenza totale, che non richiede solo una solida preparazione tecnica e il costante aggiornamento, ma anche la capacità di ascoltare, di comunicare efficacemente e di coinvolgere le persone con grande abilità.

Vuol dire perseguire ogni giorno uno standard elevatissimo in ogni aspetto che riguarda la Sicurezza nelle piccole cose. 

Se scegli una vita professionale a 3 Stelle stai dichiarando implicitamente:

“QUI NON SI ACCETTANO COMPROMESSI. Qui le cose o si fanno con l’eccellenza o non si iniziano nemmeno.”

Questo comporta tanta fatica, certo.. 

Perché il modo di lavorare di un executive chef che guida la brigata di un 3 stelle non è lo stesso di chi è a capo della cucina di un’osteria sporca e trasandata. 

Ma è anche l’unica strada percorribile per raggiungere e mantenere l’eccellenza ogni oltre aspettativa.

Beh allora questa settimana rifletti sulla questione degli standard..

  • Stai puntando in ogni cosa che fai al miglioramento continuo?
  • Hai un sogno ambizioso che ti guida e che ti ispira a dare tutto te stesso?
  • Stai alzando costantemente i giri del motore per rendere le cose straordinarie?
  • Ti stai occupando di mettere sotto pressione le persone intorno a te affinché tutti siano allineati a livelli eccelsi?

Riflettici su e trova nuovi spazi di manovra.

Ricorda: l’eccellenza costa fatica, ma ci ripaga riempiendo di significato la nostra esistenza.

Ti auguro una splendida giornata!👋

Gli Eroi hanno i lividi

Oggi voglio condividere con te una riflessione maturata con Luca qualche settimana fa.

Luca è un mio amico e mentore, con lui ho spesso grandi momenti di confronto e quel giorno mi ha detto una frase molto bella e significativa.

Proprio mentre gli raccontavo che spesso ho la sensazione di arrivare a fine giornata stanco e avvilito, con la sensazione di non essere riuscito ad ottenere il massimo dal mio lavoro…

Luca mi risponde secco con questa frase:

“Matteo, gli eroi sono pieni di lividi”.

Qualche secondo di silenzio.

Ho visualizzato subito il paragone con i Professionisti della Sicurezza con cui mi confronto ormai da parecchi anni.

Il senso di frustrazione, che ogni tanto mi capita di provare, è lo stesso di chi ogni giorno si impegna per parlare di Sicurezza ma non viene ascoltato.

Pensa alle volte in cui hai passato giornate intere a fare formazione a una platea completamente disinteressata, quando ti sei recato in cantiere e visto operai lavorare senza indossare DPI, quando hai avuto difficoltà nel convincere Dirigenti a investire in progetti sulla Sicurezza, nel condividere e comunicare un concetto anche piuttosto logico: 

Adottare comportamenti virtuosi e sicuri salverà la vita ai lavoratori.

Quanto è avvilente e faticoso tutto questo?

Tanto. Ed è qui che quella frase calza a pennello.

Anche se hai i superpoteri e ti chiami Batman o Superman, salvare il mondo richiede sacrifici.

Vivere da supereroi comporta inevitabilmente prendere colpi. La loro esistenza, in fondo, non è molto diversa da quella degli esseri umani che difendono. Sono complessi, oscuri, soffrono e hanno il corpo pieno di lividi e ferite. Segni visibili della loro lotta quotidiana contro il crimine. 

Iron Man, Spiderman, Capitan America. Nel cinema come nei fumetti, i supereroi non sono perfetti. A volte sbagliano, inciampano o falliscono. Ma non gettano mai la spugna. 

Ti sei mai chiesto altrimenti cosa accadrebbe se Batman si arrendesse a Joker? O se Superman rinunciasse a lasciare impunite le malefatte di Lex Luthor?

Il punto è che neppure la vita di un eroe è così semplice come credevi da bambino.

Lascia perdere quei finti guru motivazionali. Quelli che “Se vuoi, puoi” e che “Tutto può essere plasmato dalla mente!!1!11!”

Non basta uno schiocco di dita o la legge dell’attrazione per realizzare l’obiettivo che ti sei prefissato.

Se sei determinato lo farai, ma non senza incassare i colpi. 

Perché raggiungere un obiettivo richiede una certa dose di fatica, di rabbia, di frustrazione. Arrivare a fine giornata demotivati e stanchi, dopo una riunione difficile, e ricominciare lo stesso il giorno dopo pieno di entusiasmo.

È così che fanno gli eroi.

Quindi, cosa voglio trasmetterti?? 

Che la frustrazione che a volte senti di fronte a menefreghismo e comportamenti irresponsabili, non significa fallimento, ma anzi è la prova concreta che stai facendo bene il tuo lavoro di Supereroe della Sicurezza.

Se arrivi a fine giornata sempre sereno e rilassato, probabilmente c’è qualcosa che non va.  Forse, e dico forse, stai facendo quello che fanno tanti burocrati della sicurezza: limitarsi a compilare documenti e scartoffie che restano sulle scrivanie a prendere polvere, e che non bastano certo per rendere più sicuro il lavoro nelle aziende.

Ricorda: Ogni volta che ti sentirai stanco, sopraffatto dagli impegni, avvilito dalle difficoltà che provi nel trasmettere la Sicurezza a operai e dipendenti, voglio che tu ripeta questa frase: 

“Gli eroi sono pieni di lividi” e che ti convinca che sei sulla strada giusta.

“Matteo, ma deve essere sempre così? Devo sempre combattere e soffrire per cambiare la cultura della Sicurezza in azienda?”. 

No, non per forza.

Il giusto approccio, determinate competenze e adeguati strumenti comunicativi possono facilitare il coinvolgimento delle persone sul tema della Sicurezza e…limitare i lividi.

Per questo la nostra Federazione è focalizzata sull’apprendimento di Competenze Chiave che ogni Professionista della Sicurezza dovrebbe conoscere per potenziare i suoi risultati in azienda.

È esattamente quello che trovi nei nostri corsi.

In particolare, voglio ricordarti che è in partenza il Master in Safety Coaching, il nostro appuntamento annuale di Alta Formazione per tutti i professionisti della Sicurezza che vogliono ottenere risultati eccellenti. 

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MASTER IN SAFETY COACHING 2022

Rivoluzionare la Cultura della Sicurezza attraverso le persone

 

Ti auguro una splendida giornata!

Matteo Fiocco – Trainer Safety Coach Federation

 

P.S. Se vuoi acquisire le migliori strategie per comunicare e coinvolgere i lavoratori, allora inizia subito il percorso nella nostra Safety Coach Federation:

1- Video corso Motivare alla Sicurezza

Il nostro video corso introduttivo sui 3 pilastri della motivazione umana.

2- I nostri Ebook

3 libri introduttivi per: comunicare efficacemente la Sicurezza, coinvolgere la Dirigenza, formare efficacemente al Safety.

3- Libro Motivare alla Sicurezza

Il testo di base da cui partire per scoprire il metodo Safety Coaching

4- Safety Coaching Essential

Il nostro corso più venduto di sempre: tutto il meglio del Safety Coaching in un concentrato di strategie e applicazioni pratiche.

5- Costruire Comportamenti Sicuri

La Scienza del Comportamento applicata alla Sicurezza. Un corso BBS semplice, completo e costruito per guidarti alla scoperta di strategie fondamentali.

6- Formare per Coinvolgere alla Sicurezza

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