Come sfruttare Boris Johnson per motivare alla sicurezza

Qualche settimana fa, mentre l’Italia era già in pieno lockdown con scuole, attività e fabbriche chiuse, a Londra, il Premier britannico Boris Johnson, attuava un approccio più soft.

Nella patria di Shakespeare e dei Beatles infatti, la vita continuava come se niente fosse, con scuole aperte, ristoranti pieni e città affollate.

Non so se lo sai, ma Mister Johnson all’inizio dell’emergenza, se n’è uscito con la famosa frase, forse mal interpretata, (“molti perderanno i loro cari”), che ha fatto scatenare l’ira sui social e degli italiani che vivono a Londra.

Mentre in Italia eravamo isolati e in quarantena, consci del reale pericolo del Coronavirus e con un sistema sanitario quasi al collasso, lì si era deciso di attuare un approccio diverso.

Il buon Boris era convinto di affrontare questa devastante pandemia, minimizzandone l’impatto, ovvero lasciando locali e scuole aperte e non chiudendo del tutto.

Secondo alcune fonti infatti, sembrava che lui volesse attuare la strategia dell’immunità di gregge…

Un approccio decisamente controverso, che non ha avuto i risultati sperati. 

Oltre al danno, la beffa…

Anche se alcuni dicono che le parole del Premier siano state travisate, ciò non conta.

A prescindere dalla strategia che aveva deciso di attuare, il punto è che Johnson ha sottovalutato il problema, e le cifre parlano chiaro: 

129000 positivi e oltre 17000 decessi.

Numeri veramente spaventosi. 

Ma la storia non finisce qui…

Il 27 marzo il Premier ha iniziato ad accusare lievi sintomi del virus, finendo in pochi giorni in terapia intensiva.

Ironia della sorte, proprio lui, un uomo forte e in salute, che poche settimane prima aveva sottovalutato la pericolosità del virus, finisce in un letto di ospedale in bilico tra la vita e la morte.

Ora, lasciando da parte approcci e strategie attuate dai leader mondiali per contenere il virus (solo il tempo ci darà ragione ed esperienza), vorrei soffermarmi su un pensiero in particolare.

Chi poteva prevedere che un virus si sarebbe trasformato in una gigantesca pandemia provocando danni a non finire per tutto il Globo?

Questo io non lo so ma se ci pensi, è un po’ come quando si verifica un incidente all’interno di un’azienda, chi poteva prevederlo?

Difficile a dirsi, ma quando si verificano le prime avvisaglie, i primi sintomi che qualcosa di pericoloso sta per arrivare, è necessario prendere subito delle contromisure.

L’approccio di Johnson, dal punto di vista della sicurezza, è stato quello di sottovalutare gravemente la situazione.

Un po’ come quando tu, consulente della Sicurezza, noti qualcosa che non va nell’azienda, e senti lavoratori che rispondono: 

“Mah… prima che succeda un incidente qui…”

“Non penso ci siano cose da correggere qui in azienda…”

Lo so, sono sicuro che ogni volta ti sanguinano le orecchie quando senti frasi del genere, e ti capisco, ma il punto è un altro.

Il momento di agire

In qualità di leader della Sicurezza in azienda, ci sono 3 step fondamentali che devi seguire (2 dei quali te li ho menzionati menzionati in qualche newsletter fa), per scongiurare le disastrose conseguenze derivanti da infortuni o incidenti:

  1. Anticipare e non sottovalutare quei piccoli segnali che possono provocare le emergenze;
  2. Allineare il team impostando gli obiettivi da seguire;
  3. Agire.

Ora, che cosa significa agire e perché lo abbiamo messo alla fine?

Sia chiaro, l’azione non è ultima perché possa essere trascurata o rimandata, ma semplicemente perché, per risultare più efficace, deve anticipare gli eventi e avere alla spalle un team consapevole dei pericoli.

Un vero leader infatti si focalizza solo sulle cose significative, impostando una serie di azioni efficaci.

Che cosa significa?

Vuol dire che, se ti accorgi che in un determinato settore dell’azienda ci sono dei piccoli segnali che possono presagire il rischio di infortuni, è necessario che imposti un’azione veloce per prevenirli.

Supponiamo il caso che alcuni dei lavoratori più anziani dell’azienda non indossino le dovute protezioni perché “non l’hanno mai fatto”.

Solitamente questi personaggi si sentono anche esperti di sicurezza, con abitudini e convinzioni radicate nel corso della loro lunga esperienza.

Ora, sai bene anche tu che il fatto che non sia mai successo nulla, non significa che non possa accadere.

Proprio per questo, TU, in qualità di leader, dopo aver allineato responsabili o i vari capi reparto, devi agire subito cercando di risolvere il problema.

Ricorda: un’azione deve essere prima di tutto prioritaria e orientata alla velocità.

C’è però un altro punto da rispettare, il momento di fermarsi.

Mi spiego meglio…

Se l’azione risultasse inefficace, è importante riconoscere quando è il momento giusto per fermarsi e cambiare direzione.

È giusto essere persistenti e determinati, ma un vero leader sa riconoscere e valutare coerentemente le proprie azioni e nel caso, cambiare per prenderne di più funzionali.

Il nostro Boris, anche se un po’ troppo tardi, ha saputo riconoscere l’errore e adottare in tempo un approccio un po’ più severo, promuovendo la chiusura delle scuole e limitando gli spostamenti solo se necessari.

RICORDA:

L’azione è ciò che distingue le persone di successo dalle altre.

Vuoi portare il Safety Coaching nella tua Azienda?

⬇ Se hai bisogno di assistenza per corsi di formazione aziendale o programmi di crescita professionale chiamaci ora al Numero Verde⬇

Condividi questo articolo con la tua rete
Facebook
LinkedIn
X
WhatsApp
Email