Conosci la piramide della sicurezza?
Se mi segui da tempo, saprai che sono un grande appassionato di scienza del cambiamento, psicologia e sociologia.
Più volte infatti, anche nella nostra Newsletter, ho trattato di esperimenti e studi, trovando analogie col mondo della sicurezza.
Oggi non sarò da meno 🙂
Ti voglio parlare delle idee di un altro grande psicologo, lo statunitense Abraham Maslow e la sua famosa piramide dei bisogni.
Questo grafico a 5 stadi, rappresenta la gerarchia dei bisogni dell’uomo.
Secondo la teoria di Maslow infatti, le persone sono motivate ad agire con lo scopo di soddisfare i propri bisogni.
Alla base di questa piramide troviamo i bisogni primari, necessari alla sopravvivenza (come mangiare, dormire o respirare) e che, se non soddisfatti, non consentiranno di salire per soddisfare i successivi.
Al vertice della piramide risiede l’autorealizzazione, che, secondo Maslow, coincide con lo scopo massimo desiderato da un essere umano.
Ma perché ti sto raccontando tutto questo?
Perché prendendo spunto da Maslow, mi sono divertito a elaborare la piramide dei bisogni aziendali per raggiungere l’obiettivo massimo in ambito sicurezza: ZERO INFORTUNI.
Vediamo come funziona, partendo però dalla cima della piramide, ovvero dalla nostra massima aspirazione.
Livello 1 – Obiettivo zero infortuni
In questo livello la nostra massima aspirazione è stata raggiunta: in azienda tutti lavorano al sicuro, proteggendosi durante le attività di routine e assicurandosi il pieno rispetto delle norme.
Questo risultato è generato dai comportamenti messi in atto in primis dai lavoratori, a tutti i livelli aziendali.
Ecco perché al livello immediatamente inferiore troviamo:
Livello 2 – Comportamenti sicuri
L’ho detto e ridetto più volte, il metodo Safety Coaching non ha nulla a che vedere con danze propiziatorie o scemenze motivazionali.
Non possiamo davvero cambiare le cose se, affiancando le persone, non riusciamo a trasformare i comportamenti dei lavoratori.
Per far sì che i comportamenti siano corretti, è necessario che tutti i lavoratori abbiano superato il livello precedente:
Livello 3 – Consapevolezza e Autonomia
In questa fase, i lavoratori devono essere in grado di:
- Riconoscere con consapevolezza quali sono i rischi nel proprio ambiente di lavoro aiutando gli stessi responsabili della Sicurezza a perfezionare DVR e qualità delle indicazioni fornite;
- Trovare in autonomia le migliori risposte comportamentali e decisionali in funzione degli stimoli ambientali.
Per portare un lavoratore al terzo livello è necessario che questo sia preparato e che segua un percorso, questo ci porta al livello precedente:
Livello 4 – Formazione
Chi non si forma si ferma…
Questo aforisma, seppur inflazionato, è dannatamente realistico.
Sappiamo bene che la formazione in qualsiasi ambito è essenziale, e quando si parla di sicurezza lo è ancor di più.
Per raggiungere un buon livello di consapevolezza sui rischi infatti, serve
PREPARARE i lavoratori sui pericoli all’interno dell’azienda, accompagnandoli in una logica maieutica (o come va di moda adesso facilitante).
Tutto questo non potrà mai avere luogo senza prima agire sul livello alla base della piramide della sicurezza.
Livello 5 – Convinzioni
La prima cosa da attuare prima ancora di parlare di sicurezza, norme e DPI infatti, è agire sulle convinzioni limitanti dei lavoratori.
Per poterlo fare esiste un solo modo:
- Ascoltare e accogliere il punto di vista dell’altro;
- Accompagnarlo alla trasformazione verso gli obiettivi desiderati in piena fiducia e vicinanza.
Bene.
Questa che hai visto è quella che, parafrasando Maslow, potremmo definire “Piramide dei Bisogni della Sicurezza”.
Ricorda: Un Safety Coach deve sempre considerare a quale livello della piramide si deve muovere e su cosa è prioritario intervenire.
Non è possibile arrivare all’obiettivo ZERO INFORTUNI, se i lavoratori non hanno scalato ogni singolo gradino della piramide.
Ti auguro una splendida giornata,
Matteo Fiocco – Trainer Safety Coach Federation
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