Formazione: Sfrutti l’Effetto Mucca Pazza?
Conosci l’effetto Mucca Pazza?
Si tratta di un bias cognitivo, coniato dal filosofo ed economista italiano Matteo Motterlini, nel suo libro Trappole Mentali.
In sostanza, è la tendenza a ricordare con più facilità un evento dal forte impatto emotivo, rispetto a dati e statistiche.
Per comprenderlo meglio, ti riporto 2 esempi tratti dal libro di Motterlini.
Il primo riguarda la Guerra del Vietnam, un conflitto sanguinoso che causò la morte di quasi 55 mila soldati statunitensi.
Le notizie e le immagini brutali della guerra sconvolsero talmente tanto l’opinione pubblica che sollevarono un’ondata di sdegno e proteste senza precedenti.
Nello stesso periodo però, sempre in America, oltre 100mila persone si tolsero la vita inspiegabilmente.
Statistiche alla mano parliamo di quasi 2 volte il numero di morti. Eppure, nell’opinione pubblica, l’impatto emotivo di questa tragedia sociale fu minore.
Passiamo al secondo esempio.
Siamo nel 1996 e dalla Gran Bretagna arriva una notizia sconcertante.
Dieci persone muoiono per encefalopatia spongiforme bovina (BSE), una malattia cronica e degenerativa che colpisce i bovini ma è trasmissibile anche all’uomo.
La notizia fa il giro di mezza Europa e scatena una vera e propria ondata di paura tra la popolazione, che durerà per anni.
In Italia, dove ci fu un solo caso, si sospese l’importazione di carne da tutta Europa e i mass media misero in atto una pesante campagna della paura intorno alla carne bovina.
Nonostante il panico però, i morti accertati furono poco più di un centinaio in tutto il mondo…
Ora, la domanda è:
Perché alcune notizie generano panico e paura tra le persone e altre no?
Perché ad esempio in Italia non c’è la stessa ondata di sdegno per le morti sul lavoro quando, solo nei primi 8 mesi di quest’anno, si sono verificati circa 800 incidenti mortali?
La spiegazione è semplice.
Più un evento ci colpisce emotivamente più riesce a far breccia nel cuore e nella mente delle persone, facilitandone il ricordo.
“Momento Matteo… Che c’azzecca tutto questo con il mio lavoro quotidiano?”
Quello che voglio condividere con te oggi è che puoi sfruttare questo bias cognitivo a tuo vantaggio quando fai formazione alla sicurezza.
Se sei un consulente o un responsabile del Safety, sai benissimo che la formazione riveste un ruolo chiave nello stimolare i lavoratori a modificare i propri comportamenti.
Sai anche però che la sicurezza è una materia fatta di norme e regolamenti complicati, difficili da trasmettere.
Il vero guaio è che molti formatori non fanno nulla per facilitare le cose e rendere i momenti d’aula più coinvolgenti.
L’abitudine tipica è di entrare in aula e parlare per qualche ora, proiettando una serie infinita di slide con sigle, norme e regolamenti.
Risultato?
Facce annoiate e zero interesse da parte dei lavoratori.
Quello che invece dovresti fare per coinvolgere i lavoratori, non è tanto concentrarti su dati e statistiche, bensì sfruttare appunto l’effetto Mucca Pazza per rendere la formazione più coinvolgente.
Attenzione: non mi riferisco ai classici e scontati video shock che, per carità, hanno sicuramente rilevanza..
Parlo proprio dell’esperienza formativa nel suo insieme, che deve diventare un momento indimenticabile e profondo.
Mi riferisco in particolare a tante accortezze che puoi mettere in campo. Ad esempio:
- Alimentare dibattiti costruttivi utili a raccogliere ragionamenti e idee da parte del gruppo;
- Ideare esperienze pratiche e giochi d’aula per stimolare la proattività;
- Creare gruppi di lavoro per invitare le persone a ricercare in autonomia le migliori soluzioni da attuare;
- Far vivere esperienze didattiche concrete, dinamiche e calate nel contesto di lavoro;
- Lavorare sull’ambiente per rendere interattivo e sinergico lo scambio (fai ancora formazione seduto alla scrivania???);
- Ridurre all’osso i concetti teorici e stimolare con tante domande i discenti;
- Utilizzare pennarelli, Post-It, Cartelloni e altro materiale “da gioco” per fissare i concetti più rilevanti;
In pratica, per catturare l’attenzione dei lavoratori e motivarli, devi trasformare l’ordinario in straordinario.
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