Il Super DPI che tutti dovrebbero indossare

Il Super DPI che tutti dovrebbero indossare

Tra le sfide che compongono l’attività giornaliera di un professionista della Sicurezza, spicca il difficile compito di promuovere i comportamenti sicuri nei lavoratori.

Sono proprio questi ultimi a essere maggiormente esposti ai rischi derivanti dalle attività quotidiane ed è dunque fondamentale occuparsi di fornire i DPI prescritti, di sensibilizzare attraverso la formazione e di vigilare costantemente sul personale aziendale.

Le abitudini si sa, sono dure a morire. Ecco allora che i ben noti “Ho sempre fatto così” “A me non è mai successo niente” o peggio ancora i “Vuoi venirmi a insegnare come lavorare” sono sempre in agguato.

A che serve allora investire migliaia di euro nel più evoluto paio di guanti anti taglio? O perché prendersi la briga di installare macchinari costosi quando poi verranno bypassati manualmente i sistemi di sicurezza?

Quello che ancora in pochi hanno capito è che esiste un unico, insuperabile, fantasmagorico DPI che tutti i lavoratori dovrebbero indossare: il Cervello.

È possibile identificare le cause degli infortuni sul lavoro secondo tre ordini di fattori: Fattori tecnici, Fattori accidentali, Fattori umani.

Il fattore umano occupa una posizione di preminenza su tutti gli altri. Secondo i dati INAIL due infortuni su tre sono dovuti a comportamenti insicuri o disattenzione.

A che serve allora ostinarsi a emettere sul mercato attestati copia-incolla giusto per sistemare le scartoffie burocratiche? A che serve comprare DPI se poi non si riesce a trasmettere davvero la cultura della prevenzione?

Ogni professionista della Sicurezza che si rispetti ha un compito estremamente preciso: entrare in profondità nella mente delle persone per trasmettere il valore della Cultura della Sicurezza.

“Vergonniaahhh ma io non voglio manipolareh gli altriiih!!”

Ho una brutta notizia. Entrare nella mente non vuol dire manipolare anzi, è tutto l’opposto.

Essere un Professionista della Sicurezza con gli attributi vuol dire creare empatia, condividere le informazioni importanti allenando l’attenzione e stimolando la curiosità degli altri.

Ogni interazione sulla sicurezza con i lavoratori dovrebbe infatti portare almeno 3 obiettivi fondamentali.

Il primo grande obiettivo è quello di rafforzare il legame con la persona. Ti ripeterò questo concetto fino alla nausea: se ti percepiscono come il rompiscatole della Sicurezzale tue chances di migliorare le performance crolleranno drasticamente.

Il secondo obiettivo è di lasciare autonomia alla persona, facendo in modo che possa allenarsi a riflettere (usare il Cervello per l’appunto) sui potenziali rischi del suo lavoro. Non dovresti mai desiderare un esercito di burattini ai tuoi comandi, tutto l’opposto! Il tuo compito è far comprendere davvero ciò che vuoi condividere.

Il terzo obiettivo è modificare le convinzioni dei tuoi interlocutori, passare da “Non mi è mai successo niente” al più utile “Finora sono stato fortunato ma devo sempre prestare attenzione”.

Ricorda: il dialogo interiore del tuo interlocutore (leggasi pensiero) è il più potente alleato nella prevenzione degli infortuni.

Oggi più che mai è fondamentale che il mondo del lavoro possa contare su professionisti audaci, caparbi e che abbiano voglia di fare davvero la differenza.

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