Che si tratti di perseguire con più costanza un piano di allenamenti, di essere rigidi nel mettersi a dieta o magari di lavorare con più entusiasmo, per come la si metta giù la motivazione interessa tutti gli esseri umani.
Ecco allora che spesso, nella aule di formazione, nelle riunioni di coordinamento o nei corridoi aziendali, si inseriscono con energia speech motivazionali, pacche sulle spalle o i famigerati video shock della Sicurezza.
Ma cosa possiamo dire allora del rapporto tra emozioni e motivazione umana?
Che legame c’è tra quel video terrificante di un incidente sul lavoro (preso da internet) e il miglioramento dei comportamenti all’interno di un azienda? Come dobbiamo utilizzare le emozioni per cambiare davvero le cose?
La nostra analisi deve anzitutto partire dalla ricerca di una definizione del termine: cosa sono le emozioni?
Tutti hanno provato emozioni come paura, collera, amore, odio, gioia.. Sono stati mentali, delle cui motivazioni possiamo essere pienamente consapevoli, ma che viviamo anche senza avere un’adeguata conoscenza delle cause.
Può succedere per esempio di essere sgarbati o cortesi, disponibili o scontrosi, evitare un pericolo o essere attratti e affascinati da un paesaggio o da un’opera d’arte senza sapere il perché.
Seppur sia viva in noi una certa familiarità con le emozioni, secondo Fehr e Russel “Ognuno sa che cos’è un’emozione finché gli si chiede di definirla”.
Le emozioni sono difficili da verbalizzare perché operano in uno spazio psichico e neurale al quale la coscienza ha difficoltà di accesso.
Motivare alla Sicurezza con le emozioni
Chi mi conosce da tempo sa che io non ho assolutamente nulla contro i video shock o le attività che aumentano l’intensità emotiva associata a un determinato concetto. Anzi.
Sono il primo sostenitore di un’idea fondamentale:
Siamo certi che un’immagine di terrore (che andrà a stimolare la nostra amigdala) ci condurrà con costanza all’utilizzo dei DPI?
Siamo certi che uno speech motivazionale alla guru ameriggano farà maturare una reale consapevolezza e attenzione ai rischi?
Il segreto mio giovane Jedi è preoccuparsi di un altro concetto ben più importante: i sentimenti.
Il ruolo cruciale dei Sentimenti nella Motivazione
Sono stanco di ripeterlo, ma fa sempre bene: la motivazione deve essere sempre intesa come auto-motivazione.
Il problema delle emozioni è che nascono e muoiono in fretta, sono difficili da gestire e non abbiamo nessuna evidenza osservabile sulla loro qualità (come facciamo a sapere che un’immagine indurrà la stessa reazione psico-fisica in un’altra persona?)
Invece di preoccuparti solo delle emozioni, dovresti iniziare a far sviluppare sentimenti verso la Sicurezza.
Le emozioni sono istintive, costituiscono anche il sistema di allerta e sopravvivenza del nostro organismo.
Per provare un sentimento, invece, bisogna pensare a quello che è successo (valutare l’emozione), riflettere su come ci siamo comportati e così iniziare a elaborarlo mentalmente.
Il nostro organismo possiede un meccanismo eccellente di motivazione: i sentimenti.
Il sentimento è quello che “resta” dopo l’emozione. Una delle principali differenze tra emozioni e sentimenti, infatti, è che i secondi vengono gestiti poco per volta, possono persistere per giorni, settimane, mesi e persino anni.
Che senso ha far provare 5 minuti di orrore e paura a un operaio che poi nel suo dialogo mentale continuerà a dirsi “tanto a me non succederà, io sono esperto?”
A cosa servono proiezioni catastrofiche se un Dirigente continua a pensare “Ho altre priorità, questa cosa la comprendo ma non ho tempo?”
Ricorda: quello che davvero fa la differenza nel tuo successo come professionista è la tua capacità nel far nascere sentimenti positivi, nei confronti della Sicurezza, nelle altre persone.
Nel nostro metodo Safety Coaching condividiamo proprio gli strumenti necessari a gestire, elaborare e comprendere questi complessi aspetti della natura umana: emozioni e sentimenti.