Sicurezza Lavoro: Formatori si nasce o si diventa?
Oggi ti voglio parlare di un’annosa questione che ciclicamente torna nella mia vita come una pietanza troppo agliata durante le ore notturne…
Ma insomma: Formatori si Nasce o si Diventa?
Non passa anno della mia vita che, in svariate occasioni, non capiti questa diatriba nei corridoi, nelle fiere o a qualche evento dal vivo..
Beh sai Mario è proprio portato per stare in aula..
Eh già d’altronde Luigi si sà che è timido e non riesce ad attivare l’attenzione..
Luisa è proprio un fenomeno, come li spiega lei i concetti nessuno mai..
Se frequenti il mondo della Formazione (compreso quello del Safety) frasi di questo tipo sono all’ordine del giorno.
Ma quindi il talento innato esiste o no? Siamo davvero convinti che si possa prendere una persona qualunque e trasformarla in un Formatore top di gamma?
Voglio raccontarti quello che penso, cercando di offrirti la mia esperienza.
Partiamo da un concetto che tanti ignorano, ma che resta il cuore della questione:
Come si misura esattamente l’eccellenza nella Formazione?
Non abbiamo la Guida Michelin a raccontarci il valore dello Chef di turno attraverso le ben note stelle (a proposito, il buon Cannavacciuolo si è appena aggiudicato la terza).
Eppure questo concetto di misurabilità viene spesso abbandonato e dimenticato, lasciando l’eccellenza in una sfera di intangibilità e inconcludenza che a me proprio non convince.
Dichiarare “ha un talento innato” “è un asso del public speaking” oppure “come sta in aula lei è proprio incredibile” a me suona tanto di:
“So che quello che vedo mi piace ma non saprei dire perchè e non saprei replicarlo.”
E allora qui si apre il dibattito vero. Quali sono i parametri con cui possiamo misurare il talento di un formatore? Quali KPI dovremmo considerare nel valutare l’efficacia di un intervento in aula?
Beh provo a offrirti alcuni elementi, per poi tornare su l’annosa questione formatori si nasce o si diventa?
Ecco i Macro KPI (minimi) del Formatore Efficace:
1- Progettazione di valore
Il primo macro indicatore di un formatore di successo è senza alcun dubbio la progettazione efficace.
Sto parlando della capacità di calare perfettamente nel contesto in cui ci si inserisce il proprio intervento.
Quali elementi sono importanti in questa aula? Quali sono gli obiettivi che dobbiamo portare a casa? Quali comportamenti specifici vanno trasferiti ai partecipanti? Quali risultati si aspetta il committente? Quali contenuti sono più utili in questo momento? A cosa devo dedicare particolare attenzione?
Tutte queste domande vanno solo a definire il contesto in cui ci muoviamo. Quello che conta, ai fini dell’efficacia, resta l’obiettivo centrale:
Quanto valore è stato apportato ai corsisti rispetto agli obiettivi della formazione?
2- Erogazione Vincente
Il secondo macro indicatore di un Formatore Efficace riguarda l’area del “come” viene erogata la formazione.
Faccio riferimento al modo di stare in aula, agli aspetti comunicativi, alla presenza fisica e vocale, all’utilizzo di slide efficaci e così via.
Come è stata utilizzata la voce nell’intervento formativo? In che modo è stato gestito lo spazio a disposizione? I supporti visivi erano sufficienti? L’erogazione è stata vivace? Si è gestito bene il tempo a disposizione? Si è gestita l’energia dell’aula con pause strategiche?
Queste domande di retrospettiva aiutano a capire dal punto di vista Comunicativo-Relazionale come si è svolto l’incontro formativo. Ciò che davvero conta in questo macro indicatore è il formatore nel suo essere comunicativo.
3- Coinvolgimento dell’audience
L’ultimo aspetto essenziale, nell’analisi delle performance d’aula, riguarda il pubblico e il suo grado di coinvolgimento.
Qui stiamo spostando la nostra analisi dal formatore all’aula ma attenzione, ricordiamoci sempre che ciò che conta è la nostra capacità nel coinvolgere a prescindere dal livello di interesse.
Come ha reagito il pubblico all’intervento formativo? Qual è stato il livello di attenzione? Quanto tempo è stato occupato dai partecipanti e quanto dal formatore? Come ha valutato l’esperienza il pubblico? C’è stato un confronto partecipativo?
Tutte queste domande possono aiutare a capire l’esperienza da parte del corsista, che, da un certo punto di vista, è l’unica esperienza che conta.
Bene, fatta questa rapida disamina dei KPI del Formatore di Successo, torniamo alla domanda iniziale: Formatori si Nasce o si Diventa?
È innegabile che un certo livello di confidenza innata possiamo sempre trovarlo, ma questa domanda non ha senso perché sposta il focus dal presente al passato.
Che ce ne frega se Luigino è timido dalla nascita e oggi fatica ad affrontare aule di antipatici lavoratori svogliati?
Come ci aiuta sapere che Pippo ha una bella voce ma si scorda sempre di guardare l’aula e fa addormentare tutti?
La vera domanda che dovrebbe interessarci è:
COME CAVOLO FACCIO A DIVENTARE UN FORMATORE FENOMENALE?
Dati gli elementi di “talento” derivati dal passato, oggi, QUI E ORA, come facciamo a prendere Luigino e renderlo un Fenomeno (almeno) nelle 3 aree descritte?
Beh qui torno a bomba con quanto spesso ripeto:
Se sai cosa allenarlo e come il resto è in discesa.
Ci sono delle specifiche attenzioni, dei punti critici, delle accortezze che possono rivoluzionare l’impatto della Formazione. Il punto è che nessuno si prende mai la briga di spiegarli.
Stanno tutti sul generico, danno consigli vaghi e confusi, danno un po’ di “feedback” e via, si tira a campare.
Eppure ogni elemento, se sviscerato con attenzione, se compreso, se allenato e rinforzato, può trasformare completamente l’effetto sulle aule di formazione.
Ricorda: Formatori si nasce, Formatori Eccellenti si diventa. Con tanto duro lavoro, con tanto allenamento e con tanta passione.
Ti auguro una splendida giornata!👋
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