Vuoi fare il coach o il Safety Coach?

Ciao, parto subito con una domanda a bruciapelo:

Quanto sarebbe bello poter convincere con facilità gli altri a seguire le nostre idee?

Chiunque abbia avuto un minimo di esperienza nelle relazioni professionali, saprà sicuramente quanto sia difficile per le persone, “accettare” ordini o imposizioni, soprattutto se impartiti a forza.

Di norma, imporre la propria visione non è mai la strada vincente, e sai perché?

Perché quando le persone ci dicono cosa fare, tolgono la bellezza dell’apprendimento e soprattutto la possibilità di fare esperienze utili ad arricchire il nostro bagaglio personale.

Ora, in casi come questi, può essere molto efficace utilizzare alcune tecniche di coaching.

Ma cos’è il coaching di preciso? Te lo sei mai chiesto?

D’altronde, al giorno d’oggi, si fa un grande abuso di questa fantomatica parola…

Molti la associano addirittura a una disciplina magica, con GURU tirati a lucido che, tra sceneggiate e balletti di gruppo, convincono le persone a “riprendere in mano la propria vita”… Il tutto, manco a dirlo, a suon di dollari su dollari.

In realtà le cose sono un tantino diverse, e quest’oggi vorrei fare un po’ di ordine.

Socrate, uno dei più grandi filosofi e pensatori dell’Antica Grecia, fu il primo ad affermare che attraverso il dialogo e il confronto, era possibile portare alla luce le verità della nostra anima.

“Da me non hanno imparato mai nulla, ma da loro stessi scoprono e generano molte cose belle”

“Ok Matteo, ma che c’entra tutto questo con il coaching?”

Devi sapere che, uno degli aspetti fondamentali del Coaching, è proprio quello di “partire dall’altro”.

Niente balletti stravaganti o carboni ardenti: agire come un Coach significa incoraggiare le persone a ricercare le soluzioni in completa autonomia, dando fiducia al potenziale insito in ciascuno di noi.

Così facendo, oltre a stimolare una riflessione attiva, si ha la possibilità di trovare dentro di sé, le risposte utili al cambiamento di convinzioni o idee poco funzionali.

Se ci pensi, questo è uno dei punti cardine anche del nostro metodo Safety Coaching…

Tutti i nostri studenti conoscono il tipo di atteggiamento più efficace. Sanno che dovranno mantenere piena fiducia nel potenziale del lavoratore, guidandolo autonomamente a:

  • Cambiare la propria visione (spesso menefreghista) per quanto riguarda la sicurezza sul lavoro;
  • Riconoscere i rischi del proprio lavoro ed essere in grado di fare scelte di qualità;
  • Comunicare e collaborare per riuscire a mantenere la sicurezza in azienda;
  • Anticipare e prevedere i pericoli e adottare strategie per la prevenzione.

Fatte queste premesse sul meraviglioso mondo del coaching, è bene però fare una precisazione…

Il “Safety Coaching” NON è semplice “Coaching”

Se ti occupi di sicurezza tieni bene a mente che, fare un classico corso di Coaching non ti servirà a molto. E ti spiego perché:

Il Safety Coaching si distingue dal Coaching classico, proprio per la sua natura.

Si tratta infatti di una disciplina umanistica che ha come scopo il miglioramento dei risultati di sicurezza sul lavoro, attraverso competenze di Coaching.

Sono 2 materie simili ma che si differenziano per il semplice fatto che il Safety Coaching, utilizza alcune competenze chiave per orientare e influenzare le persone al rispetto della Sicurezza sul lavoro, con un approccio diverso.

Mentre un coach “classico” non spinge il suo cliente a raggiungere l’obiettivo, ma lo incoraggia con fare distaccato, lasciandolo libero di agire e di scegliere cos’è meglio per lui, se ti occupi di sicurezza questo non è possibile…

Non puoi limitarti solamente a incoraggiare il lavoratore, sperando che faccia la scelta giusta, poiché ogni comportamento rischioso deve essere immediatamente ripreso e corretto.

Un Safety Coach ha l’assoluto interesse nel portare i lavoratori a rispettare determinati comportamenti, per raggiungere l’obiettivo infortuni zero.

Dovrà quindi spronare, motivare, persuadere, comunicare efficacemente con le persone, guidandole verso comportamenti sicuri.

Ecco allora un piccolo allenamento, che puoi utilizzare per iniziare a cambiare mentalità, ti sarà utile per aiutare le persone a prendere decisioni funzionali in autonomia:

Anziché dire agli altri cosa fare, prova a formulare una domanda da porre al tuo interlocutore per portarlo dove vorresti.

Ti faccio un esempio:

Supponiamo che mentre sei in cantiere o in fabbrica, ti accorgi che un operaio non sta seguendo le procedure di sicurezza.

Invece di imporre il rispetto delle norme, fermati un attimo e chiedi a te stesso:

“Quale domanda posso fare alla persona per fargli fare ciò che voglio?”

“Come posso coinvolgerlo attivamente e motivarlo ad allinearsi alle regole?

Questa piccola tecnica, che puoi applicare in qualsiasi contesto della tua attività (anche mentre fai formazione), ti aiuterà a far capire al lavoratore gli errori e a fargli ricercare le soluzioni in completa autonomia.

Rispetto a tutto quello che viene quotidianamente fatto nel mondo della Sicurezza, questa è una prima, semplice strategia, che può già indirizzarti verso una strada più efficace.

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