Safety Coaching: 4 Elementi Fondamentali

Oggi torniamo a parlare di Safety Coaching o, perlomeno, quello che intendiamo noi nella Federazione.

Sappiamo tutti che fare sicurezza e portare un cambiamento reale all’interno delle aziende è maledettamente difficile (e lo sarà sempre di più).

Lo scenario è sempre lo stesso:

  • lavoratori menefreghisti che sottovalutano l’importanza di attuare comportamenti più virtuosi;
  • governance spesso assente e interessata solo ad avere le carte a posto;
  • tonnellate di burocrazia e adempimenti da seguire che rischiano di risucchiare via tutto il tuo tempo.

Pensare di ottenere dei cambiamenti in un contesto così complicato è quasi una mission impossible, soprattutto se si continuano a utilizzare approcci tradizionali nel diffondere la Sicurezza in Azienda.

È proprio per questo che qualche anno fa è nata la Safety Coach Federation: il nostro obiettivo è sempre stato quello di aiutare i professionisti del Safety a essere efficaci e incisivi nel loro arduo compito.

Il nostro metodo di lavoro è molto pratico, oggi ho pensato di sintetizzarlo ricordandoti i 4 pilastri fondamentali su cui si basa:

1 La Logica Maieutica 

Si tratta di una delle chiavi per consapevolizzare i lavoratori sui rischi e i pericoli all’interno dell’azienda.

Utilizzare la logica maieutica significa accompagnare i lavoratori a riconoscere in autonomia i rischi e a cercare da sé le risposte, facilitando così il processo di apprendimento.

Ogni occasione di confronto può essere utile per allenarsi a partire dall’altro..

Invece di sbrodolare agli altri la tua conoscenza tecnica, insisti su domande e riflessione proattiva:

  • Cosa osservi di pericoloso?
  • Quali priorità dobbiamo darci?
  • Come possiamo fare questa attività in sicurezza?
  • Quali rischi dobbiamo considerare?

Un vero esperto di Sicurezza utilizza la logica Maieutica per arricchire l’apprendimento delle persone con cui interagisce.

2 Focus sulle persone

Per molti professionisti, fare sicurezza significa principalmente occuparsi delle documentazioni e degli adempimenti burocratici.

L’importante è essere in regolah11!!!!!1! 

Dico bene?

Ecco, se vogliamo davvero cambiare le cose, non possiamo chiuderci in ufficio per ore e ore come degli eremiti. 

Non fraintendermi, non sto dicendo che gli aspetti tecnico/normativi non siano importanti.

Quello che voglio dire è che l’obiettivo di un Safety Coach è quello in primis di lavorare sulle persone e con le persone, cercando di stimolare e ingaggiare un cambiamento autentico e duraturo.

Possiamo sintetizzare questo pilastro in questo modo:

Sicurezza Classica: Focus sulla Normativa

Safety Coaching: Focus sulle Persone

3 L’Ascolto come motore del cambiamento

Essere un Safety Coach non significa usare pseudo tecniche segrete per manipolare le persone.. E nemmeno essere guru da palcoscenico che aizzano i lavoratori a crederci forte forte forte.

Essere un Safety Coach significa essere integri, autentici, profondamente interessati all’altro e al cambiamento culturale.

Ecco perché la nostra competenza principale è l’ascolto.

Ascoltare con attenzione chi hai di fronte, è la chiave per creare connessioni forti e comprendere quali leve motivazionali usare per un coinvolgimento completo.

Ricorda: l’ascolto è il nostro alleato più importante per fare bene nelle aziende.

4 Focus su te stesso

Ci sono tante situazioni che mi fanno diventare matto.. Anche io perdo le staffe e mi chiedo come sia possibile che le persone non riescano a comprendere il mio punto di vista..

Cosa voglio dire con questo? Che inevitabilmente anche nel mondo della sicurezza, ci sono fattori esterni e criticità che non puoi controllare.

Devi accettare questi elementi e riportare l’attenzione su ciò che puoi controllare per crescere come professionista.

Il quarto pilastro di cui ti parlo è proprio il Locus of Control Interno, ovvero la capacità di porsi al centro di ciò che accade e impegnarsi a influenzare i risultati che otteniamo.

 

Cosa posso fare IO per fare la differenza?

In che modo devo cambiare il mio approccio per trasformare i comportamenti delle persone?

Quali nuove strategie devo adottare per ottenere risultati?

Ricorda: La capacità di mettersi in discussione è ciò che contraddistingue una persona vincente dal resto del mondo.

Bene, anche per oggi siamo giunti alla fine, spero che questi quattro punti ti abbiano ispirato a dare il massimo.

Ti ricordo che se vuoi apprendere a pieno il nostro metodo e allenarti con il nostro Framework del Safety Coaching, abbiamo aperto le iscrizioni per la nuova edizione del Master in Safety Coaching 2022.

4 Giornate ricche di attività pratiche e di strategie efficaci per integrare il Safety Coaching nel proprio lavoro quotidiano.

Master in Safety Coaching 2022

Rivoluzionare la Cultura della Sicurezza attraverso le persone

 

Ti auguro una splendida giornata 😉

Matteo Fiocco – Trainer Safety Coach Federation

Motivare alla Sicurezza? Impariamo dai pesci

Oggi ti voglio raccontare un particolare esperimento realizzato dal biologo evoluzionista canadese, John Arthur Endler.

Negli anni ‘70, Endler iniziò a studiare i Poecilia reticulata, pesci d’acqua dolce di piccole dimensioni, noti come “Guppy”.

Nelle sue ricerche scoprì che i maschi di questa specie presentavano macchie colorate molto vivaci, utili a farsi notare dalle femmine..

Il problema però è che questi colori così sgargianti erano ben visibili anche dai loro predatori.

Cosa fece quindi Endler nel suo esperimento? Manipolò il loro ambiente creandone uno artificiale.

Divise infatti i Guppy in 3 stagni artificiali:

  • nel primo inserì un predatore vorace di Guppy
  • nel secondo un predatore che non caccia i Guppy;
  • nel terzo non inserì nulla.

Dopo cinque mesi, tempo necessario affinché questi pesci si riproducessero più volte, in uno degli stagni artificiali accadde qualcosa di inaspettato…

Le nuove generazioni di Guppy che convivevano con il predatore più vorace, mutarono il loro aspetto diminuendo il numero di macchie, in modo da rendersi meno visibili.

Negli altri 2 stagni invece, dove non c’era alcun pericolo per i pesci, le loro macchie aumentarono.

Ma non è tutto…

In un altro esperimento, Endler si accorse che i Guppy riuscivano a mimetizzarsi anche con l’ambiente circostante.

Se il fondale artificiale era costituito da ghiaia di grandi dimensioni, le loro macchie diventavano più grandi.

Al contrario, se la ghiaia era di piccole dimensioni, anche le loro macchie diventavano più piccole.

Cosa stava cercando di ottenere Endler con questi esperimenti bizzarri?

Semplice, voleva dimostrare come ambiente e geni possano interagire tra di loro per produrre cambiamenti significativi.

 

“Ok Matteo ma che c’entra tutto questo con la Sicurezza sul Lavoro?”

 

Ora te lo spiego…

La cosa rilevante dell’esperimento, al di là dei risvolti biologici ed evolutivi molto interessanti, riguarda l’influenza ambientale.

Più volte ho ribadito quanto l’ambiente sia determinante nell’aiutare i lavoratori ad attuare comportamenti più funzionali.

Sappiamo bene che le persone tendono a sottovalutare i rischi in azienda, per questo è importante offrire stimoli continui e vigilare per far tenere sempre alta la guardia..

Ci sono tante piccole accortezze che ripeto spesso:

  • Posizionare i DPI in luoghi strategici e facilmente accessibili ai lavoratori, riducendo così il tempo necessario a indossarli;
  • Creare dei percorsi ben evidenziati;
  • Collocare le informazioni più importanti nelle aree già frequentate, ad esempio negli spazi comuni ricreativi;
  • Posizionare i cartelli segnalatori e le prescrizioni all’altezza del viso in modo da facilitarne la lettura.

Ora c’è un’altra cosa molto importante che riguarda direttamente te come professionista della Sicurezza..

In che modo le persone e l’ambiente che ti circonda ti aiutano a fare del tuo meglio?

In psicologia si parla spesso dell’importanza di un gruppo sociale, che dovrebbe stimolarci a dare il massimo e a migliorare noi stessi. 

E allora ti chiedo: 

  • L’ambiente in cui sei inserito ti stimola ad essere un professionista migliore?
  • Le persone che frequenti ti arricchiscono di energia positiva?
  • Hai costruito una squadra di lavoro che si automotiva verso obiettivi condivisi?
  • Riesci a mantenere un ambiente di lavoro ordinato e produttivo per focalizzarti su quello che conta davvero?
  • Ti dedichi alla manutenzione delle relazioni nella tua organizzazione?

Non passa settimana in cui io non mi dedichi all’ambiente di lavoro in cui sono inserito sotto molteplici punti di vista:

  • Il mio ufficio (arredi, pulizia, ordine)
  • Documentazione arretrata, mail, desktop
  • Persone, relazioni, energia del team

Un ambiente “salubre” è quanto di più vitale ci possa essere per creare Cultura e per motivare noi stessi a mantenere sempre alta l’asticella dell’eccellenza.

 

Compiti per casa… 

Questa settimana: 

  1. Fai una riunione di allineamento col tuo team per ricaricare le energie
  2. Metti ordine ai cassetti e alla tua scrivania
  3. Fai pulizia della tua mail, del tuo desktop e della documentazione arretrata

Ambiente Positivo = Successo Assicurato

 

Ti auguro una splendida giornata.

Matteo Fiocco – Trainer Safety Coach Federation

 

P.S. Se vuoi acquisire strumenti e strategie per diventare un vero professionista della Sicurezza, allora inizia subito il percorso nella nostra Safety Coach Federation:

1- Video corso Motivare alla Sicurezza

Il nostro video corso introduttivo sui 3 pilastri della motivazione umana.

2- I nostri Ebook

3 libri introduttivi per: comunicare efficacemente la Sicurezza, coinvolgere la Dirigenza, formare efficacemente al Safety.

3- Libro Motivare alla Sicurezza

Il testo di base da cui partire per scoprire il metodo Safety Coaching

4- Safety Coaching Essential

Il nostro corso più venduto di sempre: tutto il meglio del Safety Coaching in un concentrato di strategie e applicazioni pratiche.

5- Costruire Comportamenti Sicuri

La Scienza del Comportamento applicata alla Sicurezza. Un corso BBS semplice, completo e costruito per guidarti alla scoperta di strategie fondamentali.

6- Formare per Coinvolgere alla Sicurezza

Stanco di vedere facce annoiate durante le ore di training? Scopri subito come coinvolgere le persone durante le tue docenze!

Riflessione sulla Cultura della Sicurezza

Oggi voglio condividere una mia riflessione dopo gli incidenti sul lavoro avvenuti negli ultimi mesi.

Tragici eventi che, da una parte hanno scatenato manifestazioni, proteste e ondate di indignazione generale…

Dall’altra, hanno spinto il governo a prendere seri provvedimenti per chi non rispetta le norme di sicurezza.

Provvedimenti, come al solito, di natura punitiva: controlli più severi, pesanti sanzioni per chi non rispetta le norme di sicurezza, e via dicendo.

Ma siamo sicuri che questo sia il metodo più efficace per cambiare le cose?

Ha davvero senso continuare a ragionare con questa logica?

 

Da qui la mia riflessione.

 

Ciò che ripeto da anni, infatti, è che il vero cambiamento non parte mai dall’esterno con obblighi e controlli serrati, stile Gestapo… Nasce piuttosto dall’interno, creando in primis una solida cultura della sicurezza nelle aziende.

Come?

Ad esempio, iniziando ad agire giorno dopo giorno sui valori, sulle convinzioni e sui comportamenti quotidiani dei lavoratori.

Proprio per questo, nel mondo del Safety Coaching abbiamo raggruppato diverse abilità che possono aiutarti a lavorare in questa direzione.

Parliamo di skill fondamentali, come la capacità di:

  • creare un rapporto di fiducia a tutti i livelli aziendali;
  • ascoltare attivamente i lavoratori al fine di identificare schemi di pensiero, strategie motivazionali e convinzioni limitanti;
  • creare consapevolezza per stimolare i lavoratori a riconoscere in autonomia i rischi nei luoghi di lavoro e le soluzioni più adatte da adottare.

Ora, nella riflessione che ti propongo voglio soffermarmi sulla natura del cambiamento umano. Le grandi trasformazioni difficilmente avvengono da fattori di pressione esterna.

Certo, inasprire le sanzioni e aumentare i controlli è un buon deterrente ma, nel lungo periodo, questa scelta è poco sostenibile e poco efficace.

La quasi totalità dei nostri comportamenti è guidata da processi inconsci, basati su ciò che ci stimola, su ciò che reputiamo sensato a livello profondo e sulle nostre abitudini.

Anche le evidenze empiriche della Scienza Comportamentale hanno rivelato la supremazia del rinforzo positivo e dell’automotivazione come basi del cambiamento di lungo periodo.

Un professionista della Sicurezza che abbia a cuore il successo del suo operato dovrebbe agire sempre con un focus molto preciso:

Intervenire sulla struttura profonda di ogni organizzazione (valori, convinzioni, abitudini) al fine di generare un cambiamento duraturo, stabile e sostenibile.

A questo proposito ti voglio lasciare alcune domande per riflettere su questo tema:

  • Le azioni che intraprendi sono legate al cambiamento interiore delle persone?
  • La tua azienda si occupa di promuovere la Sicurezza come valore positivo?
  • La Sicurezza nel tuo ambiente di lavoro è un’esperienza che crea entusiasmo?
  • Nelle tue attività quotidiane tieni conto degli aspetti davvero rilevanti per il lungo periodo?

Pensaci su.

Ti auguro una splendida giornata.

Matteo Fiocco – Trainer Safety Coach Federation

 

P.S. Se vuoi acquisire strumenti e strategie per diventare un vero professionista della Sicurezza, allora inizia subito il percorso nella nostra Safety Coach Federation:

1- Video corso Motivare alla Sicurezza

Il nostro video corso introduttivo sui 3 pilastri della motivazione umana.

2- I nostri Ebook

3 libri introduttivi per: comunicare efficacemente la Sicurezza, coinvolgere la Dirigenza, formare efficacemente al Safety.

3- Libro Motivare alla Sicurezza

Il testo di base da cui partire per scoprire il metodo Safety Coaching

4- Safety Coaching Essential

Il nostro corso più venduto di sempre: tutto il meglio del Safety Coaching in un concentrato di strategie e applicazioni pratiche.

5- Costruire Comportamenti Sicuri

La Scienza del Comportamento applicata alla Sicurezza. Un corso BBS semplice, completo e costruito per guidarti alla scoperta di strategie fondamentali.

6- Formare per Coinvolgere alla Sicurezza

Stanco di vedere facce annoiate durante le ore di training? Scopri subito come coinvolgere le persone durante le tue docenze!

Sicurezza, Checklist e Cacciabombardieri

Conosci la storia del famigerato Boeing B-17?

Soprannominato dai media come la “fortezza volante”, questo aereo ha fatto la storia dell’aviazione americana e ha dato un contributo fondamentale nel vincere la seconda guerra mondiale.

Le sue caratteristiche già all’epoca erano impressionanti…

Dotato di quattro motori anziché due, trasportava una quantità di bombe cinque volte superiore di quella richiesta dall’esercito ed era anche piú veloce dei normali bombardieri.

L’inizio della sua storia però non è stato dei più facili.

Nel 1935, infatti, l’aviazione militare degli Stati Uniti organizzò una gara di volo riservata alle migliori industrie aeronautiche (tra cui Boeing), per decidere il fornitore.

In quell’occasione il B-17 non fece una bella figura.

Dopo pochi minuti dal suo decollo, infatti, si schiantò al suolo, provocando la morte di 2 piloti.

Secondo il rapporto dell’incidente, la colpa non fu di un guasto meccanico bensì di un errore umano, dato dalla complessità di pilotare il velivolo.

A quanto risulta il maggiore Ployer P. Hill, collaudatore capo dell’aviazione militare, si dimenticò di disattivare un dispositivo di blocco delle superfici di volo.

Effettivamente, le procedure di avvio e controllo del velivolo erano molte e complesse, e ricordarle tutte non era affatto semplice.

Il prototipo e l’intero progetto di fornitura sembravano destinati a una triste e prematura conclusione.. Eppure oggi il B-17 è ricordato come uno dei più grandi successi umani nel campo dell’aviazione.

Come si è passati dunque da un incidente così drammatico a efficaci operazioni di volo?

Vista la complessità delle operazioni da svolgere in cabina di pilotaggio, si decise di creare una Checklist di volo: un elenco dettagliato di tutti i controlli da effettuare per volare in sicurezza con quel gigante.

Grazie a questa semplice, ma tutt’altro che banale idea, l’aereo accumulò un totale di un milione e ottocentomila miglia, senza il minimo incidente.

Ti ho raccontato questo aneddoto storico, per darti uno spunto su come semplificare la gestione di operazioni complesse o pericolose.

Nella Sicurezza sul Lavoro, il minimo errore di distrazione o una dimenticanza da parte del lavoratore, può risultare fatale.

Ecco che, per tenere il passo con tutte le complicate procedure di sicurezza, l’utilizzo di una o più checklist diventa fondamentale.

Per questa ragione oggi voglio condividere le 5 regole d’oro per creare una checklist di controllo efficace:

REGOLA 1: Semplicità

Pensa alla lista della spesa: acqua, farina, olio, pomodoro ecc.

Una checklist di controllo deve essere esattamente così: semplice. 

Dovrebbe contenere solo i punti essenziali, in modo tale da essere comprensibile anche a chi è meno esperto, ma sufficientemente esaustiva da riassumere tutti gli aspetti critici.

REGOLA 2: Lunga il giusto! 

Grazie tante Matteo…. ma che si intende per giusto?

Hai presente quel q.b. che trovi nelle ricette per indicare il quantitativo di sale necessario?

Ecco, una checklist efficace dovrebbe essere compresa in una singola pagina A4, focalizzandosi ed eliminando tutte le parti superflue e non collegate alla performance che desideri.

REGOLA 3: Basata sull’esperienza

Questa potrà sembrare un’ovvietà, ma ti assicuro che ne ho viste talmente tante nelle aziende che è meglio specificarlo:

La Checklist va realizzata da chi è esperto in quel determinato processo da mappare!

Non si possono appioppare le Checklist al primo malcapitato di turno. 

Per creare una checklist di controllo efficace, è necessario essere ben preparati sull’argomento che si andrà a sviluppare, al fine di evitare errori, sviste o dimenticanze essenziali.

REGOLA 4: Condivisione 

Per completare l’efficacia di una Checklist è importante ascoltare anche i pareri di tutti coloro che andranno poi ad utilizzarla.

Una buona checklist non viene fatta su un eremo dall’esperto di turno che (come diciamo noi romani) se la canta e se la suona.

La condivisione di contributi e indicazioni dai diretti interessati è fondamentale per la buona stesura di una checklist efficace.

REGOLA 5: Applicazione e miglioramento

Non c’è peggior checklist di quella che rimane nei cassetti! 

L’unico modo per sapere se la checklist funziona, è quello di testarla sul campo.

Ogni test porterà correzioni, nuove idee e semplificazioni essenziali per il miglioramento della stessa Checklist.

DE-Motivare alla Sicurezza: 5 errori da evitare!

Motivare le persone è un’arte che richiede tempo, fatica e pazienza.

Sì, lo so che i vari Guru della formazione, grazie alle loro “tecniche proibite”, promettono di insegnarti quest’arte in poche ore.

Ma credimi, non è così facile come sembra.

Soprattutto quando si parla di sicurezza, dove ogni giorno hai a che fare con lavoratori disinteressati a cui non importa minimamente quello che hai da dire. 

Più volte con le mie newsletter ho condiviso strategie efficaci per coinvolgere alla Sicurezza e ingaggiare anche il personale più ostico..

Se da un lato Motivare alla Sicurezza è tanto difficile, dall’altro demotivare è facilissimo se non si presta attenzione ad alcuni fattori.

Oggi voglio condividerti 5 errori tipici che anche i più esperti Responsabili possono commettere.

Errore #1

Non curare le relazioni 

Per una buona parte di consulenti e responsabili del Safety, fare sicurezza significa solo essere in regola con i documenti, erogare formazione, sanzionare chi non rispetta le direttive aziendali.

NIET, NO!!!

Uno dei più grandi errori che puoi commettere è perdere di vista il tuo vero obiettivo: Prenderti Cura delle Persone.

Fare davvero Sicurezza vuol dire, in soldoni, convincere altre persone a rispettare le indicazioni tecniche che tu, da esperto, suggerisci a tutti i livelli.

E come puoi sperare di arrivare a Motivare gli altri se non ti dedichi alla cura dei rapporti interpersonali?

Ricorda: Curare le relazioni all’interno dell’azienda è la base per creare quel clima di fiducia INDISPENSABILE a far nascere la motivazione.

Errore #2

Non riconoscere i piccoli sforzi dei lavoratori

Non c’è nulla di più demotivante, per un essere umano, della mancanza di riconoscimento degli sforzi messi in campo.

Ti sarà capitato di impegnarti con tutto te stesso per un progetto e di vedere le persone intorno a te dare per scontato i tuoi sforzi..

Beh quel senso di frustrazione è lo stesso che provano i lavoratori quando non riconosciamo il loro impegno (seppure minimo) nei comportamenti di Sicurezza richiesti.

Lo so che sembra assurdo dover riconoscere comportamenti necessari, obbligatori e che servono a proteggere chi li mette in atto..

Ma quando entriamo nel campo della motivazione umana non possiamo non considerare i passi migliorativi messi in gioco da qualcuno.

In un ambiente dove la motivazione alla sicurezza scarseggia, ti garantisco che sottovalutare i piccoli sforzi, è il primo passo per demotivare il lavoratore nel suo processo di automiglioramento.

Ricorda: riconoscere i piccoli sforzi compiuti dal lavoratore, costituisce una leva motivazionale essenziale.

Errore #3

Non ascoltare gli altri

Sai meglio di me che la sicurezza sul lavoro viene percepita come una seccatura e una colossale perdita di tempo da una buona parte di persone.

Ogni lavoratore ha le proprie convinzioni frutto soprattutto di esperienze passate, di bias cognitivi e spesso in contrasto con il tuo punto di vista. 

Un esempio classico è: “Non mi è mai successo nulla in 20 anni di lavoro…”

Andare contro queste idee, cercando di imporre la tua visione a tutti i costi, non è la mossa migliore, perché chiude le porte del dialogo e interrompe lo scambio e la crescita.

Ricorda: Ascoltare con attenzione le persone è l’esercizio più importante per creare connessioni forti e comprendere le reali leve motivazionali degli altri.

Errore #4

Imporre la Sicurezza

Un altro errore che molti professionisti della sicurezza commettono, è quello di usare esclusivamente una logica direttiva, limitandosi a dire “fai questo” e “fai quello”.

Ma il vero Motivatore della Sicurezza conosce bene l’importanza dell’autonomia e della responsabilità

Solo accompagnando le persone a comprendere i Rischi nei luoghi di lavoro, a riconoscerli e ad affrontarli con competenza, potrai creare una scintilla motivazionale straordinaria.

Ricorda: la logica Maieutica nel Safety è la chiave per passare dall’imposizione alla reale creazione di Cultura della Sicurezza.

Errore #5

Carota, Carota e solo Carota.

L’ultimo grave errore su cui oggi voglio porre attenzione, è in antitesi col concetto di “Santone della Sicurezza” su cui molti, spesso, cadono in errore.

Il Safety Coaching è una disciplina che si basa sulle relazioni efficaci, sulla motivazione umana e sulla logica collaborativa.

Non per questo un Safety Coach agisce da santone pacifista che non si arrabbia mai, ANZI!

Mostrare sentimento, passione e, di tanto in tanto, fare un sano cazziatone per correggere i comportamenti errati, è quanto di più efficace e salutare per creare Cultura nelle aziende.

Il punto fondamentale è che c’è una bella differenza tra essere stron** e rancorosi, ed essere genuinamente appassionati della Sicurezza altrui.

Ricorda: Arrabbiarsi quando serve, facendo comprendere tutto il proprio amore per la salvaguardia della vita umana, è giusto ed efficace.

Bene, anche per oggi è tutto.

Prova a fare attenzione a questi errori e vedrai che sarà molto più facile motivare i tuoi lavoratori. Anche senza l’utilizzo di “tecniche segrete”. 😉

“Chiunque può sbagliare; ma nessuno, se non è uno sciocco, persevera nell’errore.”

Cicerone

L’Arte della guerra nel Safety

Qualche mese fa, ho riletto con piacere L’Arte Della Guerra, il celebre trattato di strategia militare del Generale cinese Sun Tzu.

Se non l’hai mai letto sappi che si tratta di uno dei più antichi testi sull’arte militare che nel corso dei secoli ha offerto spunti e idee a generali e comandanti di tutto il mondo.

Il bello di questo manuale è che al suo interno contiene principi e spunti pratici applicabili non solo all’arte militare, ma anche ad altri campi, quali business e management.

Basta digitare “arte della guerra” su Amazon per rendersene conto…

Io, da buon Generale del Safety Coaching quale sono, ho deciso di applicare parte della saggezza di Sun Tzu alla Sicurezza sul Lavoro, anche perché parliamoci chiaro: 

Fare sicurezza è una guerra contro le convinzioni limitanti delle persone.

Ogni giorno hai a che fare con lavoratori disinteressati a cui non importa minimamente ciò che hai da dire, e dirigenti che, spesso, se ne lavano le mani e ti lasciano completamente solo.

In questo scenario, creare un cambiamento culturale all’interno delle aziende è un compito arduo, per gente con una preparazione tattica degna dei migliori Navy SEAL.

Per questo, oggi voglio vestire i panni del Generale Matteo e offrirti 5 mosse vincenti per vincere la guerra dei comportamenti positivi.

Vediamole insieme…

1- Conosci il modo di pensare del tuo nemico 

“Conosci il nemico come conosci te stesso. Se farai così, anche in mezzo a cento battaglie non ti troverai mai in pericolo.”

Parafrasando Sun Tzu, devi conoscere bene chi hai di fronte.

Sia che si tratti di un lavoratore, cercando di comprendere i suoi desideri, le sue convinzioni in fatto di sicurezza e i reali obiettivi che possono guidarlo, sia che si tratti di un Dirigente cercando di coinvolgerlo al meglio per attivarne l’attenzione nel dare l’esempio. 

Ricorda: ogni persona ha un campo di esperienza differente. Conoscerlo è la via per creare relazioni virtuose.

2- Conosci il campo di battaglia

“È responsabilità massima del generale conoscere a fondo il terreno, che deve studiare con la maggior cura possibile.”

In qualità di Professionista del Safety, tu devi conoscere il tuo “campo di battaglia”.

A cosa mi riferisco? Agli ambienti dove si lavora e dove possono insorgere incidenti. 

Devi tenere sempre alta la guardia dei lavoratori e far sì che siano pronti e attenti a rispondere efficacemente alle varie situazioni.

Lavora sull’ambiente per offrire continuamente stimoli di attenzione e semplificare al massimo le operazioni che portano a comportamenti sicuri.

DPI posizionati con cura e facilmente accessibili, bacheche informative chiare e visibili, macchinari a norma e monitorati, percorsi pedonali ben evidenziati, aree break con video o promemoria sulle Safety Tips e così via.

Ricorda: l’ambiente di lavoro può essere un ottimo alleato per creare Sicurezza in azienda.

3-Guida i tuoi militari, lasciando però autonomia

“Se imponete delle punizioni alle truppe prima che abbiano effettivamente attaccato il nemico, non vi ubbidiranno.”

Un buon professionista del Safety deve saper guidare i suoi lavoratori senza imporre obblighi o limitazioni.

Questo perché, chi ci dice cosa fare, toglie la bellezza dell’apprendimento e la possibilità di fare esperienze utili ad arricchire il nostro bagaglio personale.

Un lavoratore deve sempre conoscere i rischi ed essere in grado di reagire, in piena autonomia

Non puoi combattere per loro la guerra della prevenzione, devi assicurarti che siano ben formati e pronti ad agire con coscienza e con piena consapevolezza dei rischi.

Ricorda: il compito di un esperto di Sicurezza è creare altri esperti in azienda.

4- Il Vero Leader è colui che non combatte

“Chi è veramente esperto nell’arte della guerra sa vincere l’esercito nemico senza dare battaglia, prendere le sue città senza assieparle, e rovesciarne lo Stato senza operazioni prolungate.”

Sappiamo tutti che, spesso, i lavoratori percepiscono la sicurezza come una materia inutile e perditempo.

Un vero Leader del Safety, grazie al carisma e alla sua capacità di diffondere cultura nell’organizzazione, è in grado di rendere la Sicurezza un valore condiviso e importante per tutti.

La vera battaglia si vince con ascolto e dialogo, facendo formazione efficace e coinvolgendo tutti i lavoratori durante ogni occasione possibile.

Ricorda: se vuoi vincere la sfida della Creazione di Cultura devi abbandonare metodi coercitivi e impositivi. 

5-Adattabilità

“Con ordine, affronta il disordine; con calma, l’irruenza. Questo significa avere il controllo del cuore.”

Con questa citazione Sun Tzu ci ricorda l’importanza di essere flessibili e adattarsi ad ogni circostanza, mantenendo sempre il controllo e la consapevolezza delle proprie emozioni.

Sì, lo so che spesso non è facile, soprattutto quando vedi il solito lavoratore “menefreghista” senza caschetto.

Tuttavia, anziché perdere la testa, prova piuttosto a costruire una relazione, a partire dal dialogo e a raccogliere informazioni preziose sul suo punto di vista.

La grande battaglia della comunicazione si combatte con le emozioni: le nostre e quelle degli altri.

Ricorda: ci vuole una vita a costruire relazioni forti e pochi minuti a distruggere il lavoro di una vita.

Se seguirai scrupolosamente questi 5 consigli, riuscirai a vincere la tua guerra nel Safety e a portare alta la bandiera della prevenzione in azienda.

Io come sempre sarò con te a sostenerti e a incoraggiarti a dare il massimo!

Parola di Generale 😎

Formazione: Sfrutti l’Effetto Mucca Pazza?

Conosci l’effetto Mucca Pazza?

Si tratta di un bias cognitivo, coniato dal filosofo ed economista italiano Matteo Motterlini, nel suo libro Trappole Mentali.

In sostanza, è la tendenza a ricordare con più facilità un evento dal forte impatto emotivo, rispetto a dati e statistiche.

Per comprenderlo meglio, ti riporto 2 esempi tratti dal libro di Motterlini.

Il primo riguarda la Guerra del Vietnam, un conflitto sanguinoso che causò la morte di quasi 55 mila soldati statunitensi.

Le notizie e le immagini brutali della guerra sconvolsero talmente tanto l’opinione pubblica che sollevarono un’ondata di sdegno e proteste senza precedenti.

Nello stesso periodo però, sempre in America, oltre 100mila persone si tolsero la vita inspiegabilmente.

Statistiche alla mano parliamo di quasi 2 volte il numero di morti. Eppure, nell’opinione pubblica, l’impatto emotivo di questa tragedia sociale fu minore. 

Passiamo al secondo esempio.

Siamo nel 1996 e dalla Gran Bretagna arriva una notizia sconcertante.

Dieci persone muoiono per encefalopatia spongiforme bovina (BSE), una malattia cronica e degenerativa che colpisce i bovini ma è trasmissibile anche all’uomo.

La notizia fa il giro di mezza Europa e scatena una vera e propria ondata di paura tra la popolazione, che durerà per anni.

In Italia, dove ci fu un solo caso, si sospese l’importazione di carne da tutta Europa e i mass media misero in atto una pesante campagna della paura intorno alla carne bovina.

Nonostante il panico però, i morti accertati furono poco più di un centinaio in tutto il mondo…

Ora, la domanda è: 

Perché alcune notizie generano panico e paura tra le persone e altre no?

Perché ad esempio in Italia non c’è la stessa ondata di sdegno per le morti sul lavoro quando, solo nei primi 8 mesi di quest’anno, si sono verificati circa 800 incidenti mortali?

La spiegazione è semplice.

Più un evento ci colpisce emotivamente più riesce a far breccia nel cuore e nella mente delle persone, facilitandone il ricordo.

“Momento Matteo… Che c’azzecca tutto questo con il mio lavoro quotidiano?”

Quello che voglio condividere con te oggi è che puoi sfruttare questo bias cognitivo a tuo vantaggio quando fai formazione alla sicurezza.

Se sei un consulente o un responsabile del Safety, sai benissimo che la formazione riveste un ruolo chiave nello stimolare i lavoratori a modificare i propri comportamenti.

Sai anche però che la sicurezza è una materia fatta di norme e regolamenti complicati, difficili da trasmettere.

Il vero guaio è che molti formatori non fanno nulla per facilitare le cose e rendere i momenti d’aula più coinvolgenti.

L’abitudine tipica è di entrare in aula e parlare per qualche ora, proiettando una serie infinita di slide con sigle, norme e regolamenti.

Risultato?

Facce annoiate e zero interesse da parte dei lavoratori.

Quello che invece dovresti fare per coinvolgere i lavoratori, non è tanto concentrarti su dati e statistiche, bensì sfruttare appunto l’effetto Mucca Pazza per rendere la formazione più coinvolgente.

Attenzione: non mi riferisco ai classici e scontati video shock che, per carità, hanno sicuramente rilevanza.. 

Parlo proprio dell’esperienza formativa nel suo insieme, che deve diventare un momento indimenticabile e profondo.

Mi riferisco in particolare a tante accortezze che puoi mettere in campo. Ad esempio:

  • Alimentare dibattiti costruttivi utili a raccogliere ragionamenti e idee da parte del gruppo;
  • Ideare esperienze pratiche e giochi d’aula per stimolare la proattività;
  • Creare gruppi di lavoro per invitare le persone a ricercare in autonomia le migliori soluzioni da attuare;
  • Far vivere esperienze didattiche concrete, dinamiche e calate nel contesto di lavoro;
  • Lavorare sull’ambiente per rendere interattivo e sinergico lo scambio (fai ancora formazione seduto alla scrivania???);
  • Ridurre all’osso i concetti teorici e stimolare con tante domande i discenti;
  • Utilizzare pennarelli, Post-It, Cartelloni e altro materiale “da gioco” per fissare i concetti più rilevanti;

In pratica, per catturare l’attenzione dei lavoratori e motivarli, devi trasformare l’ordinario in straordinario.

La tua Azienda è Antifragile?

Negli ultimi vent’anni si sono verificati eventi imprevedibili che hanno portato a conseguenze spesso disastrose. 

Pensa ad esempio alla crisi del mercato immobiliare nel 2008, dove l’infallibile mattone è crollato come un castello di carte lasciando sul lastrico milioni di persone…

Oppure alla più recente pandemia che ha fatto colare a picco le economie di mezzo mondo e ha cambiato per sempre le nostre vite.

Si tratta di eventi fuori dal comune, quasi impossibili da prevedere e che spesso non siamo pronti ad affrontare con lucidità.

Se ci pensi è un po’ come quando si verifica un infortunio in azienda.

Un evento imprevedibile, dovuto magari a una distrazione o a un errore nel seguire le procedure di sicurezza, che può portare a terribili conseguenze sia per il lavoratore sia per l’azienda.

Secondo Nassim Nicholas Taleb, saggista e matematico libanese, è impossibile prevedere questa tipologia di eventi ed è altresì inutile impiegare tempo e risorse per tentare di anticiparli.

È molto meglio convogliare le energie per costruire dei sistemi adatti ad affrontare tali crisi e, addirittura, a rafforzarsi usando la crisi stessa.

Nel suo libro Antifragile – Prosperare nel disordine, Nassim introduce il suo illuminante concetto chiamato antifragilità.

In soldoni è l’opposto esatto della fragilità e denota la capacità di un sistema di cambiare e migliorare a fronte di fattori di stress esterni, al fine di adattarsi anziché proteggersi.

Un sistema antifragile abbraccia l’imprevisto e l’incertezza, e ne assume positivamente il rischio per migliorare.

Per comprendere meglio questo concetto, ti riporto l’esempio usato dallo stesso Taleb nel suo libro, riguardante il mito dell’Idra di Lerna.

Si tratta di una creatura della mitologia greca simile a un serpente acquatico con più teste.

Ogni volta che le veniva mozzata una testa, ne spuntavano altre 2 anziché una.

L’Idra quindi, secondo Taleb, è una creatura antifragile che ama il danno e ne trova giovamento.

“Bene Matteo, ma qui di solito parliamo di sicurezza sul lavoro o sbaglio?”

Certo, ma prova a pensare a questo possibile scenario…

Supponiamo il caso che la tua azienda sia in regola dal punto di vista della Sicurezza.

Fai spesso riunioni di formazione, in azienda ci sono tutte le procedure e i DPI necessari, i lavoratori sono preparati e tutti i macchinari sono a norma.

Un giorno però si verifica un infortunio inaspettato.

Ecco che questo evento imprevedibile innesca una crisi che si ripercuote sia sulla sfera emotiva che razionale del gruppo di lavoro.

I dipendenti, l’alta dirigenza, il datore di lavoro, il team Safety e tutti gli attori coinvolti nell’episodio iniziano ad avvertire un senso di incertezza e di sfiducia nel presente tipico delle crisi improvvise.

Eppure abbiamo sempre fatto tutto con la massima attenzione..

Ora potrai anche passare a fare gli scongiuri come nella migliore tradizione italiana, ma il punto fondamentale è un altro:

Uno degli obiettivi di un Safety Coach è quello di costruire un sistema di sicurezza che sia in grado di reagire agli imprevisti e rafforzarsi. Esattamente come l’Idra di Lerna.

“Ok Matteo ma come si crea un sistema di Sicurezza Antifragile?”

Voglio condividere 3 pilastri presi dal Manifesto Antifragile che puoi utilizzare come fonte d’ispirazione e adattarli al tuo lavoro quotidiano.

1- Accogliere l’incertezza

Un sistema antifragile non lavora per debellare l’incertezza, ma l’accoglie, per non spingere le persone ad avere l’illusione di prevedere il futuro.

Se ci pensi questo è anche uno dei bias tipici dei lavoratori, quando giustificano un comportamento sbagliato con le solite frasi 

“Ho tutto sotto controllo!”

“Sono anni che faccio questo lavoro e non mi sono mai infortunato..”

Un sistema di sicurezza antifragile deve preparare i lavoratori a pensare che l’infortunio è sempre dietro l’angolo e, di conseguenza, adottare comportamenti flessibili e a massimizzare una risposta adattiva.

2- Autonomia

Proteggere e guidare il tuo team è importante.

Ma quando la cosa diventa eccessiva e non lasci liberi i lavoratori di compiere decisioni consapevoli, il sistema diventa fragile.

Significa che quando si verifica una situazione “differente”, non sanno come reagire al di fuori della tua ombra.

Ecco perché è importante lasciare il giusto spazio di apprendimento alle persone, stimolandole a riconoscere i rischi (e a trovare soluzioni) in autonomia.

3- Promuovere una cultura della collaborazione

Un sistema di sicurezza antifragile è composto da un team di persone con gli stessi valori, credenze e sempre pronte ad aiutarsi l’uno con l’altro.

Non esistono lupi solitari ma un gruppo che lavora fianco a fianco con un unico obiettivo.

Per fare questo però, è necessario creare di tanto in tanto dei momenti di condivisione all’interno dell’azienda, utili a far fluire idee, riflessioni e spunti per migliorare.

Hai mai organizzato delle tavole rotonde di confronto o di semplice dibattito intorno a temi specifici?

Hai mai creato dei punti di raccolta feedback negli spazi comuni?

Ti fermi di tanto in tanto ad ascoltare ogni attore coinvolto e i suoi bisogni?

Bene, per oggi ho finito!

Prima di salutarti, voglio lasciarti con una massima di Taleb:

“Se volete farvi un’idea della personalità, della morale e dell’eleganza di un amico, dovete osservarlo mentre affronta circostanze difficili, non nella realtà rosea della vita di tutti i giorni.”

Nicholas Taleb

Riflettici su!