Il Gioco Interiore del Safety

Uno dei compiti più difficili per ogni consulente o responsabile del Safety, è quello di comprendere profondamente (e modificare se necessario) tutte quelle convinzioni deleterie insite nei lavoratori o nel management.

“La sicurezza è inutile…”
“Non mi sono mai infortunato…”
“Abbiamo altre priorità…”

Ti suonano familiari?

Bene, queste convinzioni rappresentano delle ostinatissime interferenze che possono sabotare le performance di sicurezza e impediscono alle organizzazioni di prevenire correttamente gli infortuni.

Ora… è possibile cancellare o ridurre al minimo queste interferenze?

Secondo Tim Gallwey, uno dei massimi esponenti del Coaching moderno, sì.

Nel suo libro “The inner game of tennis” Gallwey racconta che l’avversario più forte non è quello che sta dall’altra parte della rete, ma quello nella nostra testa.

Quando un atleta scende in campo per giocare, l’ostacolo più grande da abbattere sono le interferenze interne, quel dialogo interiore caratterizzato da giudizi o paura di fallire.

Secondo Gallwey quindi, l’aspetto mentale è la vera chiave per ottenere il successo nella performance sportiva, che descrive nella sua ben nota formula:

p=P-I

Dove il risultato di una performance ottimale (p) è data dal potenziale dell’atleta (P) meno le interferenze (I).

“Ok Matteo tutto molto interessante, ma io ho a che fare con lavoratori a cui non interessa la sicurezza, non con atleti di tennis…”

Credimi, lo scenario è molto simile.

Quando ti senti ripetere che: “la sicurezza non serve”, “non è mai successo nulla” e altre frasi deliranti di questo tipo, stai ascoltando interferenze che impediscono di migliorare la Performance di Sicurezza (p) dell’azienda.

p=P-I

In questo caso P rappresenta il potenziale nel Safety ed è costituito da tutti quegli aspetti che migliorano sensibilmente la sicurezza in azienda.

Ad esempio:

  • La valutazione del rischio;
  • La formazione al personale;
  • L’acquisto e la fornitura di DPI adeguati;

Mentre la I – le interferenze – sono tutti quei fattori che agiscono nel peggiorare la performance di sicurezza, ad esempio:

  • Scarsa cultura della sicurezza;
  • Comportamenti negligenti o atteggiamenti inadeguati da parte dei lavoratori.

L’obiettivo di un Safety Coach è da un lato agire per migliorare il potenziale nella sicurezza, dall’altro riconoscere e ridurre quelle interferenze interne che impediscono ai lavoratori di adottare comportamenti più virtuosi.

“Ok Matteo ma come si riducono queste interferenze?”

Lavorando contestualmente in 3 Direzioni:
– Creare a tutti i livelli organizzativi solide relazioni basate su fiducia e supporto reciproco;
– Allenare costantemente al riconoscimento autonomo dei Rischi i lavoratori;
– Coinvolgere e ingaggiare in maniera efficace le persone, stimolandole e motivandole correttamente alla Sicurezza;

E l’unico modo per raggiungere con agilità questi 3 obiettivi sono le conversazioni strategiche.

“Ma come Matteo, sono anni che parlo con le persone, vuoi dirmi che non so come farlo?!1’1’’??!?11?!”

C’è una bella differenza tra Conversare e Conversare Strategicamente.

Ricorda: La conversazione strategica è diretta al raggiungimento di un obiettivo ben determinato.

Nel nostro Metodo Safety Coaching andiamo ad allenare 8 specifiche competenze che rendono il nostro modo di interagire, di rapportarci e di fornire indicazioni sul Safety efficace e vincente.

Nessuna tecnica manipolativa, ipnosi da palco o scemenze per gonzi, anzi: tutto quello che facciamo si basa sull’ascolto autentico, su domande costruite con efficacia e su ciò che la scienza ha scoperto rispetto alla motivazione umana.

Fare Sicurezza nuoce gravemente alla salute

Oggi come avrai intuito parliamo di fumo e sigarette.

Da sempre il fumo è una piaga che non accenna a diminuire, e ogni anno causa milioni di morti.

Uno dei metodi utilizzati per tentare di arginare questa dipendenza, è quello di imporre alle grandi aziende del tabacco l’utilizzo di immagini shock sui pacchetti.

Ma funziona veramente questa strategia?

Per scoprirlo riprendiamo un esperimento svolto nel 2003 ad opera di Martin Lindstrom, scrittore, consulente di branding, nonché uno dei massimi esperti di neuromarketing.

L’esperimento consisteva nel far vedere immagini shock a un gruppo di fumatori (di diversa provenienza), monitorando tramite una tecnica avanzata di risonanza magnetica quale area del cervello si attivasse.

Ora, se lo scopo delle immagini è quello di spaventare i fumatori, è logico pensare che una delle aree più sollecitatesia proprio quella corrispondente alla paura.

In realtà l’esperimento dimostrò altro…

L’area più stimolata durante il test si rivelò essere quella del desiderio, la stessa area che si attiva quando il nostro cervello ci spinge a fumare.

In altre parole, non solo quelle immagini scabrose e ripugnanti non abbassano il desiderio di fumare… ma addirittura lo aumentano!

E il bello è che durante il test, venne chiesto ai fumatori se quelle immagini fossero veramente impressionanti e tutti risposero di sì!

Ok Matteo non ho ancora capito dove vuoi arrivare… Che c’azzecca il fumo con la sicurezza?

Questo esperimento mi ricorda molto i classici, e spesso utilizzati, video shock del Safety.

Questi video, proposti in varie occasioni in cui si parla di Sicurezza, mostrano mirabolanti near-miss, infortuni shock o addirittura incidenti mortali.

Chi li utilizza è convinto che attraverso quelle immagini riuscirà a stimolare e motivare i lavoratori a rispettare finalmente le norme di sicurezza.

E puntualmente, proprio come per le immagini dei pacchetti di sigarette, il risultato non cambia o gli effetti durano solo pochi giorni…

Ti suona familiare?

Questo esperimento ci insegna 2 grandi lezioni che possono essere utili anche a te.

1. La motivazione umana non si può improvvisare

Il cervello umano è una macchina estremamente complessa e se vuoi motivare davvero le persone devi comprendere appieno il contesto e offrire continuamente nuovi stimoli:

  • Conoscendo l’ambiente umano e le sue dinamiche: dove si trovano i lavoratori, che tipo di rapporti ci sono, cosa potrebbe motivare o demotivare le persone;
  • Stimolare la proattività: invitando i lavoratori attraverso sfide di gruppo e gameplay a ricercare in autonomia le migliori soluzioni per la sicurezza dell’azienda;
  • Creando connessioni e relazioni di valore: instaurando relazioni di fiducia e utilizzando l’ascolto attivo per comprendere bisogni, sensazioni e punti di vista contrastanti;

2. Le emozioni da sole non bastano a motivare le persone
Prendendo l’esempio delle immagini, abbiamo visto che se anche la parte razionale del cervello pensa che siano efficaci, la parte inconscia agisce in maniera inaspettata.

Lo stesso vale per i tanto utilizzati video bomba.

Di primo impatto colpiscono sicuramente, ma passata l’emozione iniziale tutto torna come prima.

L’abitudine vince. Quasi sempre.

Questo accade perché le emozioni sono stati mentali passeggeri che nascono e muoiono in fretta.

Quello che dovresti fare invece è preoccuparti sì delle emozioni, ma allo stesso tempo costruire qualcosa di più duraturo come i sentimenti.

Che c’entrano i sentimenti? Non basta far vedere qualche video SCIOCCANTE per creare cultura!1!1??

Mi spiace deludere i fan accaniti dei filmati Hollywoodiani, ma quando si parla di Motivare alla Sicurezza bisogna andarci con i piedi di piombo e riflettere sempre sull’efficacia delle proprie strategie.

L’obiettivo di un Safety Coach non è quello di stimolare emozioni forti dalla breve durata, ma di creare un sentimento positivo nei confronti della sicurezza.

Il Sentimento rappresenta la nostra esperienza profonda, ciò che davvero riteniamo valido e importante. Questo stato è definibile come un mix di sensazioni e pensieri, e perdura nel tempo.

E l’unico modo per far nascere sentimenti efficaci che guidino la motivazione al Safety è dedicare tempo ed energie per una profonda riflessione autonoma e un continuo rinforzo dei comportamenti virtuosi.

Ricorda: I sentimenti sono la vera chiave per motivare le persone.

La sicurezza è uno schema Ponzi!

Qualche giorno fa ci ha lasciati uno dei più grandi architetti della truffa, Bernard (detto Bernie) Madoff.

Bernie fu arrestato nel 2008 e condannato a 150 anni di carcere per aver ideato uno dei più grandi schemi ponzi della storia, truffando circa 37 mila persone in più di 130 paesi.

Lo stratagemma era tanto semplice quanto diabolico..

Madoff depositava in un conto corrente il denaro dei suoi facoltosi clienti senza però investirli, se li teneva per sé.

Ripagava poi i primi investitori coi soldi degli ultimi arrivati, che a loro volta portavano altri investitori.

Pensa che è riuscito a ingannare anche personaggi illustri come Steven Spielberg, attori e persino importanti Banche di risparmio.

In un interrogatorio Madoff sottolineò che la truffa da lui attuata era piuttosto semplice da smascherare e che chiunque, con un minimo di cultura finanziaria, avrebbe potuto fiutare.

Un “bel” personaggio, non c’è che dire…
Ora, al di là delle vicende e delle cose negative che ha indubbiamente fatto, c’è una cosa di cui gli va dato atto:

La sua capacità di convincere e motivare le persone.

Aspetta Matteo, come osi paragonare il mio spirito coraggioso di professionista del Safety a quel truffatore di Bernie Madoff? Devi iniziare anch’io a corrompere operai e dirigenti per farmi ascoltare?

Assolutamente No!

Non serve, anche perché, parliamoci chiaro, sono anni che smonto le scemenze Piennellare e le tecniche manipolative da 4 soldi..

Eppure il mondo della sicurezza ha un tratto in comune con la truffa del vecchio Bernie e il suo schema ponzi:

Proprio come i clienti di Madoff non si rendevano conto di questo schema elementare, nel caso della sicurezza la gente non ha consapevolezza dell’importanza di lavorare in sicurezza al fine di evitare infortuni.

Utilizzare i DPI mentre si eseguono lavorazioni pericolose ad esempio, dovrebbe essere una cosa elementare e invece nella maggior parte dei casi, non si fa.

“Sono anni che faccio questo lavoro e non è mai successo niente”
“Non abbiano mai avuto infortuni”
“A me non succede, figurati, io so fare il mio lavoro”

Ma perché accade tutto questo?

Stupidità?

Forse, ma il vero motivo è che il nostro cervello è spesso vittima di trappole mentali, ovvero piccoli errori di valutazione che commettiamo e di cui non ci rendiamo conto.

Due di queste trappole ad esempio sono l’effetto gregge e l’impudenza.

Vediamole insieme…

1 – Effetto Gregge

Il primo effetto che possiamo definire “così fan tutti” consiste nell’assumere idee, comportamenti e atteggiamenti della massa perché ritenute più giuste.

Se tra i suoi clienti ci sono personaggi importanti, significa che è un investimento sicuro no?

Molti clienti si sono fatti convincere da Bernie Madoff poiché tra il suo portfolio c’erano Banche e personaggi importanti dello spettacolo.

Allo stesso modo nella sicurezza si verifica una situazione simile con i nuovi operai.

Ma se loro lavorano da 30 anni senza protezioni e senza subire infortuni, evidentemente non servono

In molte realtà aziendali troviamo i classici senatori, gente che lavora da una vita senza rispettare le indicazioni perché vittime di abitudini errate..

Ecco allora che gli operai più giovani anziché seguire le norme di sicurezza, seguono il gregge e si adeguano allo schema di convinzioni dei “più esperti”.

2 – Impudenza

Il secondo effetto è dato dall’eccessiva sicurezza di se stessi e delle proprie capacità, che ci porta a prendere decisioni sbagliate.

Gli investitori di Bernie si sentivano sicuri poiché non prometteva profitti mirabolanti ma un rendimento annuo attorno al 10%, più sicuro e credibile.

Nella sicurezza gli operai tendono a sottovalutare il pericolo e a sopravvalutare le proprie capacità, forti del fatto che sanno quello che fanno.

Sono sempre attento ai rischi mentre lavoro, perché dovrei indossare le protezioni?

Come vedi i meccanismi psicologici che decretano il “successo” di tutto ciò che c’è di sbagliato nel mondo della sicurezza sul lavoro, sono gli stessi – pericolosissimi – di uno schema Ponzi.

Ora, la domanda da 1 milione di dollari è:

È possibile aggirare questi bias mentali?

Certo che sì. Servono però gli strumenti giusti.

Sicurezza Lavoro: Pensi mai alla tua Vision?

Una delle difficoltà più grandi per ogni consulente o responsabile della sicurezza, è riuscire a modificare i comportamenti dei lavoratori.

Sappiamo tutti che ispirare un cambiamento che porti le persone a modificare atteggiamenti o convinzioni errate è difficile.

Ma non è impossibile, e la storia ce lo insegna.

Se guardiamo al passato infatti, moltissimi leader carismatici hanno guidato e trasformato intere nazioni, grazie alle loro idee e alla loro visione.

Prendiamo ad esempio uno dei presidenti americani più importanti anzi, il Presidente (con la P maiuscola) Abraham Lincoln.

Lincoln fu il sedicesimo presidente durante uno dei periodi più dolorosi e bui della storia americana: la Guerra di Secessione.

Siamo nel 1861 e dopo diversi scontri, inizia apertamente la guerra.

Da una parte c’erano gli stati del Nord guidati da Lincoln, che volevano abolire la schiavitù, mantenere l’unione e il controllo federale sugli stati del sud.

Dall’altra il Sud che voleva a tutti i costi l’autonomia e il mantenimento della schiavitù.

Dopo diversi scontri cruenti arriviamo nel 1863 alla battaglia decisiva di Gettysburg.

La guerra non era ancora finita, ma quella vittoria segnava inesorabilmente la fine per gli stati del Sud.

A quel punto, i consiglieri suggerirono a Lincoln di approfittare dell’occasione per proporre la resa agli avversari e iniziare a trattare.

Ma lui aveva una visione generale molto più grande della semplice unione tra gli stati, voleva infatti l’uguaglianza tra i popoli.

E cosa fece?

Proprio nel campo di battaglia di Gettysburg pronunciò uno dei discorsi più famosi della storia: la Dichiarazione D’Indipendenza.

L’atto che al tempo rendeva gli Stati Uniti una nazione diversa da tutte le altre, una nazione fondata su principi di libertà e uguaglianza tra le persone.

Spostò l’obiettivo dall’unione all’abolizione della schiavitù.

Il resto è storia…

Lincoln fu poi ucciso dopo essere stato rieletto presidente, ma la sua visione di cambiamento e le sue parole, fecero breccia nel cuore del popolo americano ispirando un cambiamento epocale.

Bella la lezioncina di storia Matteo, ma che c’azzecca Lincoln con la sicurezza?

Quello che voglio trasmetterti oggi, è che se vuoi davvero cambiare le cose e ispirare un cambiamento, devi andare oltre il tuo ruolo di consulente e responsabile della sicurezza.

Un grande leader ha sempre una visione chiara di ciò che vuoi ottenere.

Come al solito – prima di chiudere – ti lascio i compiti per casa 🙂

Ecco 5 domande che ti faranno riflettere sulla tua VERA visione:

1. Qual è lo scopo più alto che vuoi raggiungere col tuo lavoro?
Inizia a chiederti cosa si nasconde dietro i risultati che vuoi raggiungere quotidianamente.

2. Cosa ti rende davvero felice e soddisfatto?
Pensa a cosa ti fa sorridere e svegliare felice ogni mattina.

3. Cosa ha davvero significato per te?
Rifletti sui i valori che vuoi trasmettere ogni giorno ai lavoratori e ai dirigenti in azienda.

4. Cosa ti permette di andare avanti nonostante le difficoltà?
Quando le cose vanno male o hai una giornata no, cosa ti da la forza di andare avanti?

5. Perché fai quello che fai?
Cosa riempie di significato la tua professione?

Riflettici con calma…
Potresti scoprire cose molto interessanti su te stesso e su ciò che puoi fare per gli altri.

Prevenzione Incendi a Notre Dame de Paris

E’ una storia che ha per luogo,
Parigi nell’anno del Signore…

Questi che hai appena letto sono i primi versi pronunciati da Pierre Gringoire nel celebre Spettacolo Musicale di Riccardo Cocciante Notre Dame de Paris.

Chi mi conosce sa che sono un fan sfegatato dell’opera, ma oggi non ti voglio parlare di Musical, ma di Sicurezza sul Lavoro.

“Matteo queste zone rosse ti fanno male, che c’entrano le Cattedrali con la Sicurezza?”

Sono passati già 2 anni dallo sconvolgente incendio alla Cattedrale parigina che scosse l’intero pianeta. Era il 15 Aprile 2019 e il mondo intero assisteva con drammatica emozione a quel dipanarsi di fiamme e fumo.

Notre Dame de Paris, uno dei simboli più imponenti del medioevo europeo, semi-distrutta da un terribile incendio.

Chi l’avrebbe mai potuto immaginare?

Già, proprio quello che si sente tristemente ripetere nelle aziende italiane:
Chi poteva aspettarselo? Com’è potuto accadere? Eppure non era mai successo nulla in tanti anni..

Beh se ti occupi di Sicurezza sul Lavoro saprai certamente che queste frasi sono la norma dentro le aziende.

Ci si occupa dei problemi solo quando diventano davvero evidenti.

Eppure, proprio come accaduto alla famosa Cattedrale, dobbiamo sempre ricordare che “Shit Happens“. La pre-venzione va fatta prima, va diffusa con meticolosità e coraggio a tutti i livelli aziendali, così da scongiurare infortuni e incidenti piccoli o gravi.

Se sei uno di quei professionisti della Sicurezza che si sbatte ogni giorno per farsi ascoltare, per diffondere buone prassi, procedure operative, formazione, DPI e tutte le altre azioni necessarie, penso che tu abbia almeno uno di questi problemi:

  • Le persone non ti ascoltano
  • La dirigenza non ti supporta abbastanza
  • Gli operai non rispettano le tue indicazioni
  • Il cambiamento culturale è minimo o non abbastanza veloce
  • Provi impotenza e frustrazione su alcune situazioni che vivi

Se ti ritrovi in questi punti (se ce li hai tutti hai fatto bingo) voglio spiegarti il senso del mio lavoro da 7 anni a questa parte (e della nostra Federazione).

Che tu sia l’addetto alla prevenzione incendi di una cattedrale, o un responsabile per la Sicurezza di un’azienda, la sostanza non cambia. Il tuo obiettivo è sempre lo stesso:

Convincere gli altri a unirsi alla tua battaglia per la prevenzione

Ora qual è il problema che abbiamo in Italia su questo punto?
Che nessuno ci spiega mai come fare. Fin da quando siamo bambini ci riempiono di nozioni didattiche, di teorie, di dati e di informazioni da imparare a pappagallo.

Mai e dico mai una volta che si dedichi del tempo a temi quali Intelligenza Emotiva, Ascolto, Comunicazione Efficace, Motivazione delle persone. NIET, NULLA, ZERO.

Anche nella Sicurezza costringono le persone (almeno quelle serie eh) a studiarsi centinaia di norme, decreti, procedure, linee guida e altri mille documenti, senza MINIMAMENTE preoccuparsi di come farà quel professionista a diffondere le sue indicazioni.

La fregatura è che per aver successo nella prevenzione, non basta avere le informazioni in materia di Sicurezza. E’ vitale saperle condividere!

Io non sono un esperto di DPI, di procedure, di DVR, di Decreti, di norme o di altri tecnicismi complicati.
Io sono un esperto di Comunicazione, Motivazione e Relazioni umane. Ho dedicato la mia vita a queste affascinanti materie, sono la mia più grande passione.

Nel lavoro che facciamo con il Safety Coaching, accompagniamo i professionisti della Sicurezza ad arricchire la loro attività con competenze fondamentali. Niente scemenze ammerigane o fuffa new-age, ma azioni e comportamenti concreti che ti permettono di:

  • Entrare velocemente in sintonia con gli altri
  • Motivare le persone a rispettare le tue indicazioni
  • Coinvolgere e aumentare l’interesse verso ciò che condividi
  • Guidare e velocizzare il cambiamento culturale nelle organizzazioni

Coinvolgere VS Elemosinare la Sicurezza

Oggi ti voglio parlare della metafora del “barbone della sicurezza“, nata nella mia testolina qualche giorno fa rientrando a casa.

Mentre aspettavo il semaforo verde, un uomo di strada si è avvicinato alla mia auto bussando con forza sul vetro e facendomi sobbalzare, per elemosinare qualche spicciolo.

Sia chiaro, per me aiutare i bisognosi e i più deboli è un impegno quotidiano, ma le persone che invadono il mio spazio per chiedere la carità con prepotenza e arroganza mi mettono sulla difensiva e finisce che non ottengono nulla.

Al contrario invece, quando intercetto quegli artisti di strada che intrattengono con acrobazie e un pizzico di magia il pubblico, li osservo con trasporto e, con tutt’altro spirito, lascio una piccola offerta.

Ok Matteo, ma che c’azzecca tutto questo con la Sicurezza sul Lavoro?

Se ci pensi possiamo analizzare i due approcci e trarne un profondo insegnamento sulla comunicazione.

D’altronde entrambi vogliono la stessa cosa: che tiri fuori una moneta dalle tasche per aiutarli.

Solo che lo fanno in modo totalmente diverso.

Da una parte c’è chi sembra pretendere qualcosa, creando disagio e una sensazione spiacevole. Dall’altra c’è chi invece – per ottenere qualcosa – crea valore e intrattiene, trasformando pochi minuti di attesa in un momento piacevole.

Pensaci un attimo..

Quando si tratta di ottenere qualcosa dagli altri, la grande differenza nel successo, sta proprio nel come ci poniamo.

Nel mondo del Safety succede la stessa, identica, cosa.

Di norma esistono 2 approcci che i professionisti della sicurezza utilizzano:

Da una parte c’è chi si lamenta elemosinando l’attenzione del lavoratore o del dirigente, per ottenere cambiamenti.

Questi professionisti cercano in tutti i modi di farsi ascoltare, spaventando i lavoratori con dati, statistiche, video shock o brandendo come un’arma la normativa, finendo però frustrati e inascoltati.

Dall’altra invece c’è chi crea valore per l’azienda e le persone ottenendo risultati straordinari e cambiando davvero le cose. Quelli che in buona sostanza agiscono come veri e propri Artisti della Sicurezza.

Questo secondo approccio parte da una convinzione profonda relativa al proprio valore professionale.

RicordaNon sei tu ad aver bisogno degli altri, sono gli altri ad aver bisogno di te.

Devi cambiare completamente prospettiva e lavorare affinché ci sia coinvolgimento e motivazione, sul tema della Sicurezza, a tutti i livelli.

“Sì ok Matteo, ma come si crea coinvolgimento sulla Sicurezza?”

Anzitutto dobbiamo trasformare una materia spesso percepita come noiosa o inutile, in un momento interessante e piacevole.

Gli artisti della Sicurezza si attivano per:

  • Creare relazioni solide e di fiducia con tutti i livelli aziendali;
  • Diventare un punto di riferimento sia per i lavoratori, sia per la dirigenza;
  • Stimolare di continuo l’attenzione dei lavoratori attraverso strategie di coinvolgimento differenti: Safety Day, training esperienziale, Coaching operativo, riunioni di coordinamento, focus point etc.;
  • Manutenere le relazioni complesse, affrontando subito con chiarezza e fermezza possibili discussioni o tensioni all’interno del proprio ambiente di lavoro;
  • Incoraggiare le persone col sorriso e con l’entusiasmo. Gli artisti della Sicurezza non diventano petulanti o rompi-scatole. Usano invece il sorriso, la gioia, il coinvolgimento, la simpatia e la felicità come strumenti di condivisione per una Solida Cultura della Sicurezza.

Certo a tutti capitano dei momenti no.. Quelle giornate difficili in cui vorremmo essere ascoltati e vorremmo maggiore collaborazione dalle persone..

Il punto è che dobbiamo allenarci a riportare sempre tutto sotto il nostro controllo, chiedendo continuamente a noi stessi:

“Cosa posso fare per dare il meglio in questa situazione?”
“Cosa devo fare di diverso per rendere la Sicurezza stimolante e attraente?”
“Come posso fare per raggiungere il mio scopo con maggiore piacere, divertimento e facilità?”

Questo significa Fare Sicurezza in azienda nel 2021 ed è proprio questo che insegno ogni anno durante i nostri corsi.

Tutti abbiamo lo stesso obiettivo, ma il nostro approccio e il nostro stile comunicativo farà tutta la differenza del mondo.

Prevenzione Infortuni: la Strategia Tom Tom

Oggi ti svelo una delle mie più grandi ansie: viaggiare senza navigatore.

Seriamente, non sto scherzando…

Ogni volta che devo andare da qualche parte, seguo fedelmente le indicazioni del mio Tom Tom, e sai perché?

Perché, pur conoscendo vicoli e viuzze della mia amata Roma, senza navigatore corro il serio rischio di perdermi.

Sono talmente assuefatto dal “gira a destra” “gira a sinistra” che non riesco ad andare da nessuna parte senza quella rassicurante vocina metallica.

Il bello però è che parlando e scherzando con qualche mio amico, non sono nemmeno l’unico ad avere questo problema!

“Ok Matteo non hai il senso dell’orientamento, ma che c’azzecca con la sicurezza?”

C’entra eccome, prova solo a pensarci un attimo…

Come fanno sicurezza la maggior parte dei responsabili del Safety?

Adottano la “Strategia Tom Tom”, ovvero si limitano a imporre obblighi e a dare indicazioni ai lavoratori proprio come farebbe un navigatore.

“Mario metti il casco”
“Mario attento che ti fai male”
“Mario in questo lavoro ci vogliono queste accortezze..”

Questo è il tipico approccio alla sicurezza aziendale, messo in atto ogni giorno nei settori più disparati.

Ti suona familiare?

Ora questa strategia Tom Tom, assolutamente direttiva e top-down, può funzionare finché c’è un responsabile che vigila e controlla costantemente i lavoratori, proprio come farebbe una maestrina con i suoi scolaretti.

Ma supponiamo che per qualche motivo non ci sia nessuno a vigilare, cosa accadrebbe?

Inevitabilmente i lavoratori, non essendo abituati a ragionare con la PROPRIA testa, correrebbero il rischio di farsi male.

Fare sicurezza non significa limitarsi a dire: “fai questo” “fai quello” come fossimo un Navigatore Tom Tom.

Così facendo, le persone non capiranno MAI il motivo per cui devono attuare comportamenti sicuri, non sapranno reagire alle diverse condizioni ambientali e non saranno mai autonome nelle scelte importanti per la prevenzione.

Il vero compito di chi fa sicurezza, è sì, quello di guidare le persone, ma affinché possano ragionare con la propria testa e agire in totale autonomia.

Mi avrai sentito ripetere centinaia di volte la mia massima preferita:

Il Compito di un Esperto di Sicurezza in Azienda è creare altri Esperti.

Questo è l’unico modo per cambiare davvero le cose e guidare i lavoratori affinché possano attuare dei comportamenti più virtuosi.

Ed è questo principio su cui si fonda il metodo Safety Coaching.

Come sempre voglio lasciarti qualche spunto di riflessione per questa settimana…

“In azienda ti comporti da vero leader o come un semplice navigatore della sicurezza?”

“Quando vedi un lavoratore che non attua un comportamento sicuro, ti limiti a dirgli cosa fare oppure lo aiuti a ragionare con la sua testa?”

“Quando diffondi la Sicurezza in azienda adotti uno stile direttivo o partecipativo?”

“Quante domande sono presenti nelle tue slide di formazione?”

“Quante routine di confronto e ascolto hai creato nella tua organizzazione?”

Prova a rileggere la tua attività quotidiana e le tue interazioni con la prospettiva “Anti Tom Tom” e individua i tuoi punti di debolezza per lavorarci sopra!

Inoltre, se vuoi allenare le tue competenze di Motivazione e Coinvolgimento alla Sicurezza, ti ricordo che a Maggio terrò la nuova edizione del Master in Safety Coaching.

Quattro giorni di pura formazione, con tanta pratica concreta per apprendere i principi essenziali che ti consentiranno di guidare le organizzazioni verso un grande salto culturale.

Apprenderai le migliori strategie comunicative da utilizzare per portare i lavoratori a decidere in autonomia l’attuazione di comportamenti più virtuosi per la sicurezza aziendale.

In altre parole, spegnerai quel TOM TOM che è in te 😉

Sicurezza Lavoro: come stimolare l’Auto-motivazione

Più volte nelle varie newsletter ho ribadito l’importanza di utilizzare i rinforzi positivi per stimolare comportamenti virtuosi nei lavoratori.

Se sei un consulente o responsabile della sicurezza, sai meglio di me quanto sia difficile motivare le persone a lavorare in sicurezza, perché spesso schiave di convinzioni errate.

I rinforzi sono utilissimi ed esistono anche altre strategie per motivare i lavoratori che è fondamentale tenere in considerazione in un’ottica globale.

Ecco perché oggi ti voglio raccontare un piccolo esperimento effettuato nel 1957 dallo psicologo Leon Festinger.

Nell’esperimento in questione, vennero affidati dei compiti noiosi e abbastanza ripetitivi a un gruppo di studenti.

Una volta finito il compito, prima di uscire dall’aula, allo studente veniva chiesto di convincere il successivo (in realtà un complice dell’esaminatore) di quanto l’esperimento fosse divertente.

Per questa piccola bugia, a tutti gli studenti fu data una ricompensa, ad alcuni fu dato 1 dollaro, mentre ad altri 20 dollari.

Coloro che avevano ricevuto la somma più alta, mentivano con più naturalezza, poiché la generosa ricompensa giustificava in qualche modo la piccola bugia.

Al contrario invece gli studenti che avevano ricevuto un solo dollaro, dovettero in qualche modo autoconvincersi per riuscire a mentire con maggior efficacia.

A esperimento terminato, l’esaminatore chiese a tutti gli studenti un giudizio sul reale divertimento provato durante l’esercizio..

Cosa accadde di così sorprendente?

Gli studenti che avevano ricevuto 20 dollari confessarono la verità, ovvero, che l’esperimento fu dannatamente noioso.

Quelli che invece avevano ricevuto 1 dollaro, finirono per distorcere la loro esperienza, affermando che l’esperimento, tutto sommato, era stato piacevole.

Cosa ci insegna questo?

Che non sempre un rinforzo positivo (come ad esempio elargire una somma di denaro più alta) è sufficiente a stimolare le persone.

Talvolta il nucleo del cambiamento è insito nell’automotivazione.

Ora, come puoi attuare anche tu questo insegnamento per spingere i lavoratori ad auto-motivarsi?

La vera sfida di un Safety Coach è fornire degli stimoli da più prospettive.

Te ne voglio elencare 3 + un piccolo bonus:

1. Ambiente

Il primo modo per favorire l’automotivazione è creare un ambiente stimolante attorno al lavoratore che lo inviti a riflettere di continuo.
Un esempio potrebbe essere quello di posizionare dei cartelli segnalatori nei luoghi strategici oppure promemoria di riflessione nelle bacheche degli spazi comuni.

2. Domande

Anche se te lo ripeto in continuazione, le domande sono uno degli strumenti più forti nel tuo arsenale per invitare le persone alla riflessione, addirittura meglio delle indicazioni!

 

Domande del tipo: Quali sono secondo te i rischi che possono esserci in questo reparto?

Qual è il pericolo principale di questa lavorazione?

Come possiamo migliorare la sicurezza in questo reparto?

3. GamePlay e Sfide di gruppo

Forse potrà sembrarti una perdita di tempo, ma ti assicuro che organizzare ad esempio dei tornei della sicurezza che invitino le persone a ricercare in autonomia le migliori soluzioni da attuare, è un’attività molto motivante (e coinvolgente).
Potresti ad esempio istituire un premio simbolico per il dipendente che fornisce più idee vincenti per migliorare la sicurezza.


Un altro modo molto efficace per stimolare le persone è affidargli maggiori responsabilità, di modo che il lavoratore sia più pro-attivo nella sfida della sicurezza.

Per esempio potresti incaricare uno o più lavoratori all’interno dell’azienda di aiutarti a erogare formazione durante i corsi obbligatori alle nuove risorse.

O ancora potresti chiedere ai “senatori” di aiutarti a organizzare le riunioni di coordinamento, di controllo o altri momenti importanti legati al Safety.

Così facendo inoltre gratificherai i lavoratori più anziani che si sentiranno parte attiva nel processo di cambiamento.

Bene, anche per oggi siamo giunti alla fine.

Ti voglio però lasciare con qualche domanda di riflessione…

Quanto è stimolante il tuo ambiente di lavoro?
Stai lavorando per fornire più stimoli da più prospettive diverse ai lavoratori?
Utilizzi spesso le domande per creare consapevolezza nei lavoratori?


Concentrati su questi aspetti e vedrai che stimolare l’automotivazione sarà molto più semplice.